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A cura di
Stefano Marucci
Riflessioni
sulla fede
La storia di Agar, donna e madre salvata da Dio
di Stefano Marucci
Maria Lorena Pinzauti Zalaffi, Agar
L’opera di Maria Lorenza Pinzauti Zalaffi dedicata alla
storia di Agar, ci permette di parlare di questa figura
biblica descritta nella Genesi. Nel libro si legge
che Sara, non riuscendo a dare un figlio al marito Abramo, gli
offre la propria schiava, una straniera di nome Agar, con l’obiettivo
di adottarne il figlio al momento del parto. Da questa
unione nascerà Ismaele. Quando si accorge di essere
incinta, Agar perde ogni rispetto per la sua padrona, che finisce
col maltrattarla. In seguito, anche Sara riesce a generare
un figlio, Isacco, ma quando lo vede scherzare col fratellino
Ismaele, scoppia in lei una profonda rabbia, al punto che
Abramo è costretto ad allontanare Agar che, insieme al figlio,
erra sconsolata nel deserto di Bersabea. Il racconto mette
in luce due temi principali, il primo dei quali relativo a Sara,
che non ha creduto alla promessa di Dio di darle un figlio
e ha cercato di arrangiarsi con mezzi umani per procurarsene
uno adottivo. Allo stesso tempo, Agar non accetta di essere
considerata solo una madre per conto di altri e Ismaele
non accetta di non essere considerato il vero primogenito di
Abramo. Deve intervenire l’angelo del Signore per allontanare
Agar e simultaneamente assicurare la sorte di Ismaele e
dei suoi discendenti. Questa storia ci fa vedere l’attenzione
di Dio per gli individui che la mentalità corrente considera inferiori.
Agar è donna, schiava e straniera; Sara e Abramo ne
parlano solo come “la schiava”, senza nemmeno riconoscerle
la dignità di chiamarla per nome. Per Sara, Agar è solo lo
strumento di una maternità surrogata, come previsto dalle
consuetudini semitiche codificate nel Codice di Hammurabi.
Dio, invece, vede l’afflizione di Agar senza che lei abbia bisogno
di esprimerla. Agar, inoltre, è la prima donna in tutta la
Bibbia alla quale compare l’angelo del Signore per annunciarle
la maternità e il destino del figlio, di cui stabilisce anche il
nome (Ismaele significa proprio “Dio ascolta”). Maria Lorena
Pinzauti Zalaffi mettere in risalto gli aspetti di questa storia
tramite l’abile uso dei colori che indicano a Sara la via da percorrere,
ma anche lo stato d’animo legato a tutta la vicenda,
alle sofferenze generate da situazioni ambigue e alla necessità
di sopportarle. L’opera si riferisce in particolare al passaggio
della Genesi in cui si legge: «Abramo si alzò di buon
mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar, caricandoli
sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò
via. Essa se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea».
Da questo momento, il destino della discendenza di Abramo
si compie proprio tramite Ismaele che, con i suoi dodici figli,
darà vita alle dodici tribù di Israele, realizzando così la profezia
secondo cui Abramo sarebbe diventato “padre di una moltitudine
di nazioni”.
LA STORIA DI AGAR
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