Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Arte
incontri
A cura di
Viktoria Charkina
Carlo Pizzichini
L’opera d’arte totale di un maestro del gesto e del colore
di Viktoria Charkina
Com’è nata la tua passione per l’arte?
Sono figlio di un decoratore murale che purtroppo non
ha potuto proseguire e dimostrare il suo grande talento, se non
negli anni dei suoi studi all’Istituto d’Arte di Porta Romana a
Firenze dove ebbe come compagni Salvatore Cipolla e Mauro
Bini sotto la guida del professor Renzo Grazzini. Mio padre
ha visto in me quello che lui non ha potuto realizzare. Purtroppo,
la sua prematura scomparsa non gli ha fatto godere i frutti
dei sacrifici fatti per farmi studiare arte a partire dalle scuole
medie fino all’Istituto d’Arte di Siena, per poi completare il percorso
a Firenze all’Accademia di Belle Arti. È anche vero che la
sensibilità e il modo di guardare il mondo con occhi diversi non
s’imparano. Ricordo ancora che per la prima comunione il regalo
più gradito fu un cavalletto da campagna, insieme ad una
scatola di tempere e a qualche pennello. I cartoni da dolce li
usavo come supporto recuperandoli dal fornaio.
Quant’è stato importante per te il corso di studi all’Accademia
di Belle Arti a Firenze?
Direi che è stato fondamentale, anche se sono stati anni amari
e duri, proprio per la scomparsa improvvisa di mio padre. Nonostante
le numerose difficoltà, anche ambientali, venivo da un piccolo
paese, Monticiano, da quel territorio che divide Siena dalla
Carlo Pizzichini al lavoro presso la bottega Il Tondo di Celle Ligure
Maremma, mi sono affidato alla forza del trascendente per avere
le energie e la volontà di finire gli studi, per lavorare con umiltà,
cominciare ad esporre le mie opere, ottenere commissioni e
incarichi. Fin da giovanissimo, infatti, ho iniziato la libera professione,
con lavori esposti ed eseguiti in Italia e nel mondo, ripagando
così con concrete soddisfazioni i tanti sacrifici miei e
della mia famiglia. Ho avuto poi la fortuna di incontrare un maestro
come il professore Roberto Giovannelli che, nella sua scuola
di pittura, insegnava con fare antico l’esempio del moderno, la
trasmissione della sensibilità artistica, la curiosità del fine intellettuale,
il far pratica del disegno e del colore. È stato davvero un
insegnamento di cui fare tesoro per sempre.
Ci sono artisti, scrittori o altri esponenti del mondo culturale
che hanno influenzato il tuo percorso?
Alaria (2019), installazione di vasi: argilla bianca, colore ceramico, cristallina
Oltre all’esempio di Giovannelli, dopo aver attraversato, come
studente, tutti i linguaggi e le tecniche pittoriche, passando da
esperienze più espressive all’iperrealismo, per reazione mi sono
indirizzato ad una sorta di descolasticizzazione del segno,
nella ricerca proprio di uno stile il più possibile personale o almeno
aderente alla mia sensibilità, l’originale espressione di
un sentire che sta in equilibrio tra istinto e ragione, facendo
di questa simmetria il tema di tutto il mio lavoro. Una sorta di
scrittura o calligrafia capace di trasmette un invisibile che, tra
gesto e colore, può diventare visibile, traccia, memoria, e per
questo capace addirittura, tra segni e simboli, di raccontare
una storia. Per cui gli artisti che fanno parte del mio bagaglio
visivo sono tutti quelli legati al gesto ed al segno raccontante.
Tra Cy Twombly e Gastone Novelli, credo ci sia ancora spazio
per una ricerca e una seria sperimentazione. Inoltre, aderendo
all’idea della scrittura, la poesia antica e contemporanea, le
26
CARLO PIZZICHINI