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La Toscana nuova Giugno

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Il cinema

a casa

A cura di

Lorenzo Borghini

Snowpiercer

Il treno-mondo di Bong Joon-ho

di Lorenzo Borghini

Un treno lunghissimo si aggira per il globo percorrendo

centinaia di migliaia di chilometri all’infinito;

fuori, metri di neve e giaccio ricoprono la terra.

È l’avvento di una nuova era glaciale, i pochi superstiti sono

ingabbiati in questa trappola per topi; costretti a sopravvivere

girando intorno al mondo da diciassette anni. La plebe

è racchiusa nella coda del treno, tira avanti con poco, perché

all’interno del treno-mondo ci vuole equilibrio e i ricchi,

come sempre, devono prendere il piatto più buono, arraffare

a più non posso, con tanto di posti chic in testa al treno.

Il meccanismo si inceppa, il malcontento serpeggia dalla

coda, gli oppressi non ci stanno, sono

stufi di mangiare sbobba proteica tutti

i giorni, sono stufi di vedere i propri

figli strappati dalle loro braccia e il loro

leader, Curtis (Chris Evans), aspetta

il momento giusto per tentare la

rivolta, per cercare di sovvertire l’ordine

delle cose. Bong Joon-ho ci ha abituati

bene, è un regista sapiente, che

non sbaglia un colpo e anche qui riesce

a orchestrare bene la sua banda di

orchestrali, i pazzi che abitano il suo

mondo folle e malato, in un futuro non

troppo lontano dal nostro presente.

Bong come un esperto del naturalismo

prende l’uomo, il suo campione da

analizzare, da sezionare e ne sviscera

i difetti più evidenti, mette a nudo

la rabbia dei deboli, la voce di quella

parte del popolo che non ce la fa più

a ingoiare bocconi amari giorno dopo

giorno, umiliazione dopo umiliazione,

mentre i ricchi, voraci, li trattano come

animali, o meglio come scarpe, perché

le scarpe come la coda del treno sono

oggetti che stanno in basso, a contatto

con il suolo, strisciando in silenzio

a testa bassa. La macchina da presa

danza per i vagoni del treno, si muove

a colpi di accetta riprendendo scontri

cruenti, all’ultimo respiro, indispensabili

per la meta finale, seguendo i protagonisti

bagnati di sangue, sudore

e lacrime. Come sempre l’equazione

Bong Joon-ho/Song Kang-ho è vincente

in partenza, l’attore ormai osannato

in patria come il Leonardo DiCaprio

orientale interpreta l’elemento di di-

sturbo che sposta gli equilibri, imprevedibile nella sua follia,

grazie al suo estro riesce a calarsi alla perfezione nella

parte di un tossico esperto di sicurezza, una di quelle persone

che la società non accetta perché ritenute “diverse”,

ma che saprà regalarci risate alternate a momenti di riflessione.

Mirabolanti inseguimenti ci porteranno dritti all’epilogo,

in una parata di esseri umani in pieno caos, fra fuochi,

spari, urla e un equilibrio che ormai si è rotto, come il meccanismo

perfetto del treno-mondo, un meccanismo inceppato

dalla nascita che risparmia poco o niente. «Si salvi chi

può» sembra dire Bong, e la speranza è l’ultima a morire.

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SNOWPIERCER

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