Download Le avventure di Pinocchio (full text - free - Isabella Pezzini
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184 NICOLA DUSI<br />
– Bada, <strong>Pinocchio</strong>!… il mostro ti raggiunge!… Eccolo!…<br />
Eccolo!… Affrettati per carità, o sei perduto!…<br />
E <strong>Pinocchio</strong> a nuotar più lesto che mai, e via, e via, e via, come<br />
anderebbe una palla <strong>di</strong> fucile. E già era presso allo scoglio, e<br />
già la caprettina, spenzolandosi tutta sul mare, gli porgeva le<br />
sue zampine davanti per aiutarlo a uscire dall’acqua!…<br />
Ma oramai era tar<strong>di</strong>! Il mostro lo aveva raggiunto: il mostro,<br />
tirando il fiato a sé, si bevve il povero burattino, come avrebbe<br />
bevuto un uovo <strong>di</strong> gallina: e lo inghiottì con tanta violenza e<br />
con tanta avi<strong>di</strong>tà, che <strong>Pinocchio</strong>, cascando giù in corpo al<br />
Pescecane, batté un colpo così screanzato, da restarne sbalor<strong>di</strong>to<br />
per un quarto d’ora (Collo<strong>di</strong> 1883, cap. XXXIV, pp. 204-206).<br />
La sequenza letteraria crea un crescendo drammatico<br />
grazie alle trasformazioni passionali, spaziali e ritmiche: la<br />
velocità dell’azione aumenta, scan<strong>di</strong>ta dalle descrizioni della<br />
forza impiegata dal burattino per nuotare, cresce la prossimità<br />
tra gli attori narrativi, commentata dalle incitazioni<br />
dell’aiutante dell’eroe, la capretta turchina che sullo scoglio<br />
bianco lo chiama a gran voce. In termini spaziali, <strong>Pinocchio</strong><br />
si sposta all’aperto, in mezzo al mare, con un movimento<br />
<strong>di</strong>rezionato, raddoppiando la sua velocità (“<strong>di</strong> forza e <strong>di</strong><br />
energia”) al vedere la capretta, poi cercando una via alternativa<br />
all’arrivo del Pesce-cane, nuotando sempre più forte,<br />
aumenta ancora “la lena nella corsa”, è “più lesto che mai, e<br />
via e via e via”, <strong>di</strong>venta rapido come qualcosa <strong>di</strong> non<br />
umano, ma tecnologico-artificiale: va “come andrebbe una<br />
palla <strong>di</strong> fucile”; è quasi giunto al sicuro (“era già presso lo<br />
scoglio”). In termini aspettuali il movimento è durativo,<br />
<strong>Pinocchio</strong> sta nuotando, intensifica la velocità, varia la <strong>di</strong>rezione,<br />
riduce cioè la <strong>di</strong>stanza alla meta, fino al puntuale<br />
inghiottimento finale, rapido e decisivo. La sua <strong>di</strong>mensione<br />
patemica passa gradualmente dall’euforia alla <strong>di</strong>sforia: è “<strong>di</strong><br />
buon umore” al vedere la capretta, si spaventa nell’accorgersi<br />
del mostro, nuota “<strong>di</strong>speratamente”, si sforza, infine è<br />
sbalor<strong>di</strong>to nel trovarsi all’interno della bocca del pesce,<br />
inghiottito. L’aiutante dell’eroe, la capretta, è più statica<br />
rispetto alla <strong>di</strong>namicità del burattino: è un punto stabile,<br />
lontano, serve da in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione, <strong>di</strong>venta più vici-