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tata da una corona chiusa e fiancheggiata dai nodi d'amore e dal<br />

motto Pert: omaggio del cardinale piemontese alla<br />

nella sua terra natale.<br />

Un minore soffitto a lacunari ottagonali e cruciformi, ricco di finissime<br />

grottesche, fra borchie dorate, su di un fondo turchino, rabe-<br />

scato d'oro, in tutto simile a quelli dell'appartamento Borgia, può<br />

per gran ventura vedersi in quasi tutta la sua interezza, mentre il<br />

seguente, più grande e certo più bello, della sala maggiore, a ricchis-<br />

simi lacunari ottagonali, è in parte barbaramente coperto.<br />

Qui nelle sot<strong>ti</strong>li pitture dei lacunari si scorge chiaramente la ~ano<br />

maestra di Bernardino Pinturicchio, agile di disegno e potente di<br />

colore: soprattutto nei gruppi di piccoli put<strong>ti</strong>, disegna<strong>ti</strong> e dipin<strong>ti</strong> vivacemente<br />

secondo natura. In una formella due put<strong>ti</strong>ni che, sedu<strong>ti</strong><br />

su un delfino, scherzano fra di loro, ricordano, per le loro testoline<br />

ricciute, quelle del celebre quadro pinturicchiesco della Galleria di<br />

Siena, con il Bambino Gesù e San Giovannino, e di questo <strong>ti</strong>po è<br />

anche un biondo ed alato put<strong>ti</strong>no che sta in atto di trafiggere, con<br />

un tridente, un barbuto tritone. Centauri, tritoni, nereidi, fauni, chi-<br />

mere, draghi e basilischi, una serie variopinta di fantas<strong>ti</strong>che e colorite<br />

storiette di carattere classico campeggia su fondi dora<strong>ti</strong>, finemente<br />

cesella<strong>ti</strong> e contorna<strong>ti</strong> da sot<strong>ti</strong>li fregi scolpi<strong>ti</strong> in legno e modella<strong>ti</strong> in<br />

istucco. Tutta una festa di colori e di luci; ma le superfici dipinte<br />

sono straziate da lunge crepe, l'oro si accartoccia e cade, tanto che<br />

solo un restauro sollecito può ormai salvare questo capolavoro di decorazione<br />

quattrocentesca. In migliore stato è la vòlta a botte della<br />

cappelletta fatta decorare dal cardinale Francesco Alidosi, sui primi<br />

del Cinquecento, tutta a piccoli riquadri, dove campeggiano la rovere<br />

di Giulio II, di cui l'Alidosi fu fedelissimo, e l'arme cardina-<br />

lizia coll'aquila che reca in petto un giglio d'oro.<br />

Casa regnante<br />

Più in là due grandi sale, dove ora è il refettorio dei Padri Pe-<br />

nitenzieri, sono state affrescate da Cecchino Salvia<strong>ti</strong>, ma anche qui<br />

ritocchi e pesan<strong>ti</strong> ridipinture del fondo guastano la bella e gioconda<br />

decorazione, in cui si scorgono chiare derivazioni dalle grandi figure<br />

michelangiolesche. Di certo queste pitture furono condotte dal buon<br />

artefice fioren<strong>ti</strong>no quando il cardinale Salvia<strong>ti</strong>, suo protettore, fece<br />

malauguratamente rifare il portone per cui si entra nel Palazzo.<br />

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