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CAVALLO MORTO
't:ìà ancora er vento drento a la cnmera.
Sotto a la grosta gìalla,
la tera è sorda, è nera;
e nun s'apre la tera.
Tutti cambieno strada: la farfalla
co' la vesta a colori de la festa,
lo scarabbeo che ruzzica la palla,
e l'ape che se scalla
ar fiato de li fiori.
Er silenzio s'allarga, esce dar prato:
da le stoppie a la macchia
ar mare, empie er creato.
Per aria, una cornacchia
passa e ripassa, sempre più VICinO;
e pare che ammatassa
er cottone turchino.
MARIO DELL'ARCO
UNA CANZONE ROMANESCA
DI LEOPOLDO MUGNONE
~ nome di Mugnone è legato essenzialmente - quale direttore
d'orchestra - alle grandi interpretazioni dell'opera lirica. Le opere
più note, italiane e straniere, vissero sotto la sua bacchetta in tutti
i principali teatri del mondo, in un'atmosfera originale che creava,
volta a volta, la sua genialità di musicista. Musicisti furono il nonno,
il padre, il fratello. Molte opere nuove furono affidate alla sua or-
chestrazione e, per rimanere nell'ambito di Roma, ricorderò che egli
diresse per la prima volta al nostro « Costanzi» la Cavalleria rusticana
di Mascagni e la Tosca di Puccini.
Mugnone fu anche compositore. Da giovane scrisse qualche operetta
e una canzone napoletana, Rosa, su versi di Ponzillo, ch'ebbe
gran voga. Compose anche due opere: Il Birichino, ch'ebbe tra i
maggiori interpreti il celebre baritono romano Antonio Cotogni, e
Vita Brettona.
Un certo sentimento lo spinse volentieri verso il canto popolar~
A lui si devono molte romanze, tra cui Candide vele, su parole di
Golisciani, inni patriottici e alcune canzoni dialettali: 'O galluccio
su versi di Leopoldo Spinelli, che fu direttore del popolare foglio
napoletano « San Carlino», rispetti e stornelli toscani ed infine la
Serenatella romanesca.
Questa canzone nacque sull'oceano.
Nei primi anni del Novecento il maestro Mugnone si recava nel-
l'America del Sud per una stagione musicale che doveva svolgersi a
Buenos Aires. Era accompagnato da un complesso di ottimi cantanti
e fra questi il valente baritono Romano Rasponi. Il Rasponi sin da
allora amoreggiava con la musa romanesca e di questo amore ha
dato poi frutti simpatici.
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