~ scente, avrei avuto l'onore di essere presentato al poeta di My,-icae, che avrei potuto parlare con lui, e ceréavo per quanto mi era possibile di vincere quel senso di smarrimento che prende, allorchè si affronta un evento troppo grande per la nostra capacità. Allo scoppio di applausi che coronò ,l'esposizione dantesca, ebbi come un sussulto e preso a braccetto dal mio compagno, fui quasi trascinato in un piccolo andito, dietro la cattedra, dove il conferenziere si era ri<strong>ti</strong>rato con De Guberna<strong>ti</strong>s, Cugnoni, Festa ed altri che lo complimentavano. Fra « cotanto senno» ci trovavamo anche noi ed io trepidante, dopo la presentazione, potei stringere la mano del maestro: una mano grassoccia, liscia, e un po' tremolante. - Lei è studente? - mi disse il Pascoli. - Sì - risposi arrossendo - e ques<strong>ti</strong> sono i miei professori - e indicavo i presen<strong>ti</strong>. Non sapevo che cosa altro dire, mi pareva di essere un di più e spiccicar guardavo ora il mio compagno, ora il poeta, senza poter parola. - Lei è di Roma? - riprese il Pascoli con un accento più cordiale. -Sì... - E conoscebene Roma? - Almenospero... - Ebbene, domani faremo una passeggiata insieme - disse Cl- volto al mio compagno. - Dove? - interpellò ques<strong>ti</strong>. - All'Aven<strong>ti</strong>no... È questo il luogo di Roma ch~ amo di più, dove torno sempre con piacere. Dopo domani debbo essere di nuovo a Bologna. Ci salutammo e per quanto non avessi fatto una brillante figura, pensai di rivalermi il giorno dopo. . . . Lo trovammo che passeggiava nell'ampio spiazzo che fronteggia la Villa dei Cavalieri di Malta. Era uno splendido meriggio di primavera. Nell'aria un odore acre di fi~no e giù per la vallata, tutta 42 Il ad or<strong>ti</strong>, chiazze mul<strong>ti</strong>colori di alberelli, ricchi di fogliette « pur mo' nate»; mimose fioren<strong>ti</strong> in furia, qualche olivo che conservava nel tronco una <strong>ti</strong>nta rugginosa, vellutata, riflessa dal sole verso il tramonto. Gli andammo incontro frettolosi; il Pascoli non SI mosse, sem- brava come immerso in una profonda meditazione. - Ogni volta che vengo quassù, ho la vera sensazione della grandezza di Roma. Guardatevi intorno. Qui è la Roma cris<strong>ti</strong>ana, che per me ha un fascino più grande della Roma pagana. Ecco Santa Sabina e più in là San Saba: sono due chiese compiute attraverso i secoli, che dall'epoca dei cris<strong>ti</strong>ani primi<strong>ti</strong>vi che le costruirono, si ingrandirono e si abbellirono sempre fino al trionfo del papato con Innocenzo III. Esse sono interi capitoli di storia civile e di storia delle ar<strong>ti</strong>, ma soprattutto per il luogo romito su cui s'innalzano, ispirano pace e fanno bene al cuore di chi è oppresso. Parlava lentamente con gli occhi bassi come se facesse una lezione ad una torma di scolari e intanto avevamo cominciato a cam- minare per la stradella di Santa Prisca dove allora la chiesina e le casette fiancheggian<strong>ti</strong> a sinistra.la via erano cosparse sulla fronte di avanzi tombali paleo-cris<strong>ti</strong>ani; sulla destra una siepe tutta rinverdita, carica di biancospini mossi dal vento vesper<strong>ti</strong>no, incontro la facciata di San Saba ed oltre la siepe un'ampia veduta fino quasi al mare, dorata di messi, rotta ogni tanto da ciuffi oscuri di alberi. Uno sce- nario meraviglioso che sembrava caratterizzare la deliziosa pace di quel luogo. - Maestro - mi azzardai a parlare - la civiltà cris<strong>ti</strong>ana ha cer- tamente un suo des<strong>ti</strong>no e segna un progresso sulla civiltà pagana, ma essa ha veramente migliorato l'uomo? - Lei è troppo giovane: allorchè avrà acquistato esperienza si avvedrà che l'uomo non è molto cambiato da quando viveva nelle caverne, perchè, per quan<strong>ti</strong> sforzi siano sta<strong>ti</strong> compiu<strong>ti</strong>, il senso della gius<strong>ti</strong>zia non è penetrato in lui. Gli spiri<strong>ti</strong> elet<strong>ti</strong> auspicano tempi migliori, in cui una buona volta cessi « l'ora dei lupi», ma invano; io credo che col crescere delle concupiscenze, il verbo del Vangelo venga sempre più mor<strong>ti</strong>ficato, perchè l'uomo è portato verso il go- dimento, che è la negazione della gius<strong>ti</strong>zia. Il Rinascimento è l'espres- 43
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