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A ROMA NEL 1798 Ercole Consalvi, allora Uditore di Rota. Ques<strong>ti</strong>, nato ven<strong>ti</strong>nove anni<br />

Clin curioso documento, che rintracciai anni or sono fra carte di<br />

nessuna importanza, nell'Archivio àelhr mia famiglia, può" avere un<br />

certo interesse per chi ami conoscere qualche episodio della vita ro-<br />

mana durante il periodo della occupazione francese nel 1798, periodo<br />

che ha vari pun<strong>ti</strong> di contatto con quello da noi vissuto recentèmente,<br />

durante l'oppressione germanica nel 1943-44.<br />

Il nostro documento lumeggia il carattere di Ercole Consalvi, ge-<br />

neralmente ritenuto come forte e voli<strong>ti</strong>vo, combat<strong>ti</strong>vo e coraggioso,<br />

mentre in realtà dovette essere mite e forse addirittura l'avido.<br />

Il Consalvi, ce lo dice lo s<strong>ti</strong>le del documento, pur nell:!iassillante<br />

preoccupazione di salvaguardare l'onore della propria personalità e<br />

della sua qualità di prelato, è colpito da un amaro smarrimento, si<br />

sente solo, travolto dalla rovina dello Stato e delle is<strong>ti</strong>tuzioni a lui<br />

più care e tanto fedelmente servite; è aitresi annientato fisicamente,<br />

incapace di resistere alle fa<strong>ti</strong>che di un viaggio per mare che l'ucci-<br />

derebbe: cosi, almeno, lo dipinge il cittadino Ruspoli, che afferma<br />

avere il Con salvi « gettato sangue dalla bocca». Sappiamo, però, che<br />

questa sua minorazione fisica non gli impedi di conservare una energica<br />

vitalità per 26 anni ancora.<br />

Ma perchè il Consalvi si trovava in cosi tris<strong>ti</strong> condizioni?<br />

La Rivoluzione francese, superata la fase dei rivolgimen<strong>ti</strong> interni,<br />

iniziava la sua marcia imperiali sta e minacciava già da vicino l'esi-<br />

stenza degli Sta<strong>ti</strong> Pon<strong>ti</strong>fici. In un illogico e disperato tenta<strong>ti</strong>vo di arginare<br />

la ormai certa e fatale sopraffazione delle vittoriose schiere ri-<br />

voluzionarie, Pio VI creò una Congregazione Militare per riorganizzare<br />

un esercito capace di difendere il territorio della Chiesa. A far<br />

parte di quella Congregazione, quale prelato Assessore per il collega-<br />

mento con la Segreteria di Stato, il Papa chiamò (1796) Monsignor<br />

prima, era entrato giovanissimo, dopo ricevuto il solo Diaconato, in<br />

Prelatura; aveva ricoperto vari uffici ecclesias<strong>ti</strong>ci e si era sempre di-<br />

s<strong>ti</strong>nto per le sue do<strong>ti</strong> di intelligenza e di capacità.<br />

Riuscita vana ogni resistenza con le armi al possente esercito fran-<br />

cese, soffocata col Trattato di Tolen<strong>ti</strong>no (19""2-1797),qualunque pos-<br />

sibile opposizione del Pontefice, dopo un periodo di apparente calma,<br />

sembrò ai reggitori della Repubblica francese che fosse giunta l'ora<br />

di togliere al Papa ogni potere civile. Con la connivenza di Giuseppe<br />

Bonaparte, Ambasciatore francese, operava allora in Roma come agitatare<br />

il Generale Duphot, già sperimentato come organizzatore di<br />

rivoluzioni a Genova ed a Venezia; egli, anzi, in una conversazione<br />

mondana in casa Massimo, non si vergognò di dire che, per lui, fare<br />

una rivoluzione era un diver<strong>ti</strong>mento. Costui, dunque, il 17 dicembre<br />

1797 guidò una sedizione, rimanendo ucciso nello scontro con la<br />

truppa pon<strong>ti</strong>ficia. Le ire francesi si appuntarono, allora, contro Mon-<br />

signor Consalvi, che si volle considerare come il responsabile della<br />

uccisione quale membro assai influente della Congregazione Militare.<br />

Cosi, quando Napoleone Bonaparte, prendendo pretesto dalla morte del<br />

Duphot, di accordo col Direttorio di Parigi, inviò a Roma una spedizione<br />

militare, comandata dal Generale Berthier e ques<strong>ti</strong> prese pos-<br />

sesso della città (10-2-1798) la sorte del prelato era già segnata. Consigliato<br />

a fuggire da Roma, il Consalvi si rifiutò e volle rimanere al<br />

suo posto; ma il 13 febbraio fu trattenuto agli arres<strong>ti</strong> in casa e il giorno<br />

seguente carcerato a Castel Sant'Angelo insieme col Generale Gandini,<br />

comandante delle truppe pon<strong>ti</strong>ficie.<br />

A ques<strong>ti</strong> fat<strong>ti</strong>, ed ai conseguen<strong>ti</strong>, si riferisce il nostro documento.<br />

Incolpato, dunque, ingiustamente, dall'autorità francese, di ciò<br />

che non era stata se non una legit<strong>ti</strong>ma reazione della truppa ad una<br />

provocazione inconsulta, Consalvi si rivolge supplice, con un esposto<br />

dignitoso, ma sottomesso, a chi lo perseguitava; colui che sarà il<br />

« grande Segretario della Santa Sede», rimasto solo, poichè il Papa<br />

era stato già deportato e gli al<strong>ti</strong> personaggi rives<strong>ti</strong><strong>ti</strong> di cariche pub-<br />

bliche erano fuggi<strong>ti</strong>, o carcera<strong>ti</strong>, o passa<strong>ti</strong> nel campo avversario, con-<br />

segna la minuta di un esposto des<strong>ti</strong>nato al Comandante in Capo delle<br />

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