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sare dalla difesa. Una pioggia di bombe pioveva sulla città e specie<br />

sui pun<strong>ti</strong> che i francesi ritenevano fossero i centri della resistenza.<br />

Il palazzo della Cancelleria e i suoi dintorni erano un bersaglio pre-<br />

ferito. Per questo l'Assemblea credette conveniente, per proseguire i<br />

suoi lavori, di trasferirsi il 17 giugno sul Campidoglio, anche per<br />

congiungere questo nome così grande ed illustre all'ul<strong>ti</strong>mo tramonto<br />

della moribonda Repubblica.<br />

Fu in questa sede che l'Assemblea discusse e approvò i principali<br />

ar<strong>ti</strong>coli della nuova cos<strong>ti</strong>tuzione repubblicana. Mentre il cannone<br />

tuonava e le bombe esplodevano nelle vicinanze, l'Assemblea con<strong>ti</strong>nuò<br />

la sua opera con dignitosa fermezza, imperturbabile e severa come<br />

chi sa che, nelle ore supreme della storia, la tribuna può diventare<br />

trincea. Tre volte il relatore Salice<strong>ti</strong> dovette interrompersi per il fra-<br />

gore delle bombe scoppiate da presso, talchè non parve eccessivo, in<br />

quell'ora e in quel luogo, ch'egli concludesse così: « Lanciate le vo=<br />

stre leggi al popolo nel fragore della battaglia come il legislatore del<br />

Sinai dava le tavole al popolo suo nel fragore della procella; e la<br />

nostra cos<strong>ti</strong>tuzione repubblicana, sigillata dal sangue dei mar<strong>ti</strong>ri che<br />

la Francia repubblicana ci uccise; sarà eterna come la legge di Dio».<br />

Approvata il 2 luglio la nuova cos<strong>ti</strong>tuzione, l'Assemblea deliberò<br />

di promulgarla all'indomani dalla loggia del Campidoglio dove, incisa<br />

su tavole di marmo, doveva poi venire murata.<br />

Ma già la Repubblica Romana era inesorabilmente colpita a morte.<br />

In quella medesima aula due giorni, prima si erano sen<strong>ti</strong>te le opinioni<br />

di Mazzini e di Garibaldi. Il generale era disceso dal Gianicolo<br />

con tut<strong>ti</strong> i segni del combat<strong>ti</strong>mento sostenuto. Chi potrà raffigurarlo<br />

- esclama il Carducci nel famoso discorso - « tornante con la spada<br />

rotta, arso, affumicato, sanguinante in Senato?». Garibaldi aveva<br />

sentenziata impossibile ogni ulteriore difesa e consigliato l'esodo delle<br />

truppe dalla città 'espugnata. Mazzini aveva fatte le ul<strong>ti</strong>me disperate<br />

esortazioni a proseguire la difesa che per quanto eroica non poteva<br />

ritardare la conclusione fatale. L'Assemblea esitante fra i due grandi<br />

capi - il militare e il civile - aveva finalmente consen<strong>ti</strong>to a non<br />

proseguire una resistenza ormai diventata inu<strong>ti</strong>le. Pure in quella tragica<br />

ora l'Assemblea volle che con<strong>ti</strong>nuasse l'approvazione degli ul<strong>ti</strong>mi<br />

8<br />

J<br />

ar<strong>ti</strong>coli della cos<strong>ti</strong>tuzione e che essa fosse poi, dalla loggia del Cam-<br />

pidoglio, letta al popolo di Roma.<br />

Infat<strong>ti</strong> il giorno 3 luglio, quando le prime avanguardie francesi<br />

discendevano nella città, dalla loggia del Campidoglio veniva letta al<br />

popolo la cos<strong>ti</strong>tuzione repubblicana. Quegli uomini - des<strong>ti</strong>na<strong>ti</strong> alle<br />

persecuzioni, alle carceri, all'esilio - sen<strong>ti</strong>vano, nella loro incrollabile<br />

fede, che quella cos<strong>ti</strong>tuzione sarebbe stata il segno intorno a cui si<br />

sarebbero raccolte le speranze italiane.<br />

L'Assemblea, sotto la presidenza di Carlo Bonaparte di Canino,<br />

nipote del grande Imperatore, rimase al suo posto anche l'indomani<br />

4 luglio in attesa d'essere sciolta dalle armi dell'invasore fran-<br />

cese. Fu infat<strong>ti</strong> il 4 luglio che una pattuglia francese, agli ordini del<br />

colonnello Lamarre, salì sul Campidoglio e sciolse, fra le proteste<br />

dei vin<strong>ti</strong>, quell' Assemblea che aveva così ben meritato della causa<br />

italiana.<br />

Di tut<strong>ti</strong> ques<strong>ti</strong> avvenimen<strong>ti</strong> scarsi o incomple<strong>ti</strong> sono i ricordi marmorei<br />

colloca<strong>ti</strong> dai posteri. Nella sala capitolina, che il fascismo volle<br />

in<strong>ti</strong>tolare a Giulio Cesare, erigendovi una statua del grandissimo capitano,<br />

due lapidi ricordano la Repubblica Romana e l'eroismo dei<br />

suoi solda<strong>ti</strong>. Ma nessuna lapide ricorda la proclamazione ivi avvenuta<br />

della Cos<strong>ti</strong>tuzione repubbli£ana. Sulla facciata del Palazzo Senatorio<br />

l'esistenza di sei lapidi dedicate ai cadu<strong>ti</strong> del nostro Risorgimento e<br />

ad avvenimen<strong>ti</strong> memorabili della vita nazionale e romana, vietano,<br />

per .ragioni este<strong>ti</strong>che, l'eventuale inserimento di un altro ricordo marmoreo.<br />

Soltanto se si vorrà (come pare sia iLproposito di qualche an<strong>ti</strong>co<br />

repubblicano) erigere, a ricordo della proclamata Repubblica Italiana,<br />

una colonna sul Campidoglio nel luogo stesso dove il fascismo? abilissimo<br />

nel tener conto della psicologia popolare, pose l'ara ai suoi ca-<br />

du<strong>ti</strong>, si potrà incidere sul basamento la data e la rievocazione del 3<br />

luglio 1849 quando, dalla prossima loggia capitolina, la prima Cos<strong>ti</strong>tuzione<br />

repubblicana venne letta al popolo reduce dagli eroici combat<strong>ti</strong>men<strong>ti</strong><br />

del Gianicolo.<br />

Iv ANO E BONOMI

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