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cavallo per andare a trovare la « Marchesana di Pescara», Vittoria<br />

Colonna. Ma ques<strong>ti</strong> incontri dei quali Donato Giannot<strong>ti</strong> ci ha la-<br />

sciato viva traccia, avevano in genere sapore letterario e ar<strong>ti</strong>s<strong>ti</strong>co;<br />

quelli che ci sfuggono sono gli incontr-i avvenu<strong>ti</strong> con la gente del<br />

popolo, la partecipazione a quella vita schiamazzante o tristemente<br />

taciturna dell'anonima folla romana che s'imbrancava dietro la cavalcata<br />

d'un cardinale venuto di fuori, o fischiava sonoramente i costumi<br />

bizzarri di qualche ambasciatore straniero. I<br />

S'interessò Michelangelo a questo formicolare di gente, colorita<br />

e stracciona, beatamente distesa al primo sole d'aprile sulle gradinate<br />

dei palazzi principeschi o sullo sterrato del Colosseo, ma anche ope-<br />

rosa, nei mes<strong>ti</strong>eri ar<strong>ti</strong>giani, nei tagliapietre, negli stuccatori, negli<br />

intagliatori in legno, preziosi collaboratori di chi disegnava un capitello<br />

o progettava i soffit<strong>ti</strong> di Palazzo Farnese e delle Sale Va<strong>ti</strong>cane?<br />

L'arte eroica di Michelangelo, che ignora il gusto aneddo<strong>ti</strong>co, la<br />

ricostruzione ambientale e il piacere del caratteris<strong>ti</strong>co e che invece<br />

tende in alto, alla rievocazione del terribile mondo biblico o s'im-<br />

merge nella dinamica espressione del nudo, sembrerebbe negare tutto<br />

questo; perciò crediamo di vedere l'ar<strong>ti</strong>sta nella sua scontrosa solitu-<br />

dine passare da un'opera all'altra sdegnando il contatto umano, alie-<br />

nandosi quasi del tutto dal suo consorzio, « non pra<strong>ti</strong>cando» come<br />

dice il Condivi « eccetto che con pochissimi. Onde ne fu tenuto da chi<br />

superbo e da chi bizzarro e fantas<strong>ti</strong>co, non avendo nè l'uno nè l'altro<br />

VIZIO».<br />

Ma quando torniamo a studiare la vòlta della Cappella Sis<strong>ti</strong>na e<br />

ne ripercorriamo le varie par<strong>ti</strong> che sono come altrettan<strong>ti</strong> « tempi»<br />

d'una sinfonia, di quando in quando ci colpisce l'incisiva fermezza<br />

d'un volto, la caratteris<strong>ti</strong>ca proporzione d'un nudo, l'aggrupparsi di<br />

gente là dove il respiro grandioso dell'arte michelangioiesca sembra<br />

cercar quiete e contrasto, s<strong>ti</strong>molo e conferma al nuovo colpo d'ala.<br />

Non si tratta di ciò che avveniva ai pittori fioren<strong>ti</strong>ni preceden<strong>ti</strong> a lui<br />

e anche suoi contemporanei, che inserivano "ritrat<strong>ti</strong> e brani di vero<br />

nelle composizioni per vivificarle; ma anzi, del contrario: la caratte-<br />

rizzazione d'un volto che parte dallo studio del modello, spazia in<br />

un clima così carico di energia fantas<strong>ti</strong>ca che viene ad assumere un<br />

valore universale: eppure noi vi riconosciamo un determinato <strong>ti</strong>po<br />

di vigoroso ragazzo del popolo c1di contadina dai grandi occhi nerI,<br />

il naso diritto, le labbra tumide semiaperte. "<br />

Sarà poi una proiezione dell'arte sulla vita il fatto che a pochi<br />

passi dalla Sis<strong>ti</strong>na, nel primo gruppo di giovinastri accalora<strong>ti</strong> dal<br />

giuoco delle carte, ritroviamo con meraviglia quel viso piantato sulle<br />

spalle nerborute del più fiero tra di loro: ma è per queste vie, queste<br />

piazze, in questa Roma e tra questa gente che Michelangelo ha composto<br />

le sue opere, ha scelto gli elemen<strong>ti</strong> della realtà che si prestavano<br />

ad una « certa idea».<br />

Dove pesca~a, l'ar<strong>ti</strong>sta, i suoi modelli? Gli « ignudi» della volta<br />

Sis<strong>ti</strong>na sono ricava<strong>ti</strong> da mol<strong>ti</strong> disegni assai accura<strong>ti</strong> nei quali, spesso,<br />

manca il capo o è appena accennato: ma i vol<strong>ti</strong> caratteris<strong>ti</strong>ci ora urlan<strong>ti</strong><br />

ora come trasogna<strong>ti</strong> o assopi<strong>ti</strong> in un torpore non privo di sensualità,<br />

portano in loro un gusto pieno del vero e tradiscono l'ardore<br />

che animava Michelangelo nella scelta del <strong>ti</strong>po, interprete d'un suo<br />

sen<strong>ti</strong>mento; e il nudo è coerente al <strong>ti</strong>po svelato dal viso: al volto sa<strong>ti</strong>-<br />

resco del giovane popolano asciutto con le carni abbronzate dai bagni<br />

nel Tevere, fa riscontro il qudo maturo e torpido eppur giovanile<br />

dell'e£ebo dalla vita più tranquilla, bel modello in attesa dello scultore<br />

appassionato di ellenis<strong>ti</strong>che pienezze.<br />

Per chi ha qualche consuetudine con la vita ar<strong>ti</strong>s<strong>ti</strong>ca di Roma<br />

vista e vissuta « dietro le quinte» l'umanità della Sis<strong>ti</strong>na appare tutta<br />

ricavata, come materiale umano, dalla nostra gente di Roma, del<br />

Lazio, della Ciociaria: cer<strong>ti</strong> occhi falca<strong>ti</strong> di donna, certe labbra pla-<br />

s<strong>ti</strong>che, serrate e for<strong>ti</strong>, i men<strong>ti</strong> squadra<strong>ti</strong>, sono altrettan<strong>ti</strong> mo<strong>ti</strong>vi ben<br />

riconoscibili che ritroviamo ancora nelle modelle d'An<strong>ti</strong>coli o di<br />

Saracinesco. Ma più che nelle « storie della Creazione); o nelle Sibille<br />

o nei Profe<strong>ti</strong>, è palpitante il ricordo di una umanità semplice,<br />

ignara o assorta e rassegnata, (quale s'incontra sulle soglie delle case<br />

o per la via), nelle lunette così dette « degli antena<strong>ti</strong> di CristO».<br />

Ho sempre pensato che qui Michelangelo, quasi in contrasto con<br />

il metro eroico adottato nella vòlta, abbia voluto concentrare l'uma-<br />

nità in attesa, sotto gli aspet<strong>ti</strong> più schiettamente disadorni: gente ve-<br />

s<strong>ti</strong>ta di pochi panni nei quali si ravvolge, abituata! a passare la notte<br />

allo scoperto, madri che stringono al seno i figli, guardando lontano<br />

con occhi sbarra<strong>ti</strong>.<br />

5° 51

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