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Anche gli aggruppamen<strong>ti</strong> di queste figure rientrano nello squadro<br />

dell'affresco con la naturalezza di chi è abituato a vivero in pic-<br />

coli spazi o all'aperto con eguale indifferenza.<br />

Dai <strong>ti</strong>pi di questa gente potremmo anche credere che il quar<strong>ti</strong>ere<br />

preferito per tali studi d'umanità fosse, per Michelangelo, Campodifiori,<br />

o i dintorni del Ghetto, dove stazionano in calmi atteggiamen<strong>ti</strong><br />

quasi orientali gruppi di ebrei dai caratteris<strong>ti</strong>ci lineamen<strong>ti</strong> incisivi:<br />

comunque è certo che la natura di queste immagini è stranamente<br />

realis<strong>ti</strong>ca, in Michelangelo, e ciò deve corrispondere ad una sua precisa<br />

volontà.<br />

Qualcuno vedeva l'ar<strong>ti</strong>sta per le vie di Roma e ne seguiva la figura<br />

riconoscibile nel confuso agitarsi della vita cinquecentesca romana;<br />

egli si recava, quando ancora non era molto vecchio, a Sant'Agata<br />

in Suburra, presso il Quirinale, dove il medico e anatomico<br />

Realdo Colombo, cremonese, suo grande amico, gli mandava qualche<br />

cadavere per studiare anatomia: e sappiamo che gli fece avere,<br />

una volta, il corpo d'un giovane negro, adatta<strong>ti</strong>ssimo ad esser stu-<br />

diato per la sot<strong>ti</strong>gliezza dell'epidermide e l'asciuttezza dei muscoli,<br />

sul quale l'ar<strong>ti</strong>sta, il Colombo stesso e Ascanio Condivi discussero a<br />

lungo e presero preziose note in vista d'un trattato d'anatomia ar<strong>ti</strong>s<strong>ti</strong>ca.<br />

Più tardi limitò le sue passeggiate al tratto da Macel de' Corvi a<br />

San Pietro, e forse in uno di ques<strong>ti</strong> suoi sopralluoghi alla fabbrica,<br />

l'incontrò Taddeo Zuccari che lo ritrasse in un disegno dell' Alber<strong>ti</strong>na<br />

di Vienna, in un~uoio dipinto ad olio, ora nel museo di Palazzo<br />

Venezia e in un altro bel disegno della Collezione Mufioz.<br />

Questo disegno, che per le sue qualità di freschezza e di immediatezza<br />

è superiore all'altro dell'Alber<strong>ti</strong>na (tanto da dover credere<br />

che quest'ul<strong>ti</strong>mo ne sia una replica), fa parte d'una serie di disegni<br />

di Taddeo Zuccari nella stessa collezione, illustran<strong>ti</strong> le vicende della<br />

sua vita; essi erano sta<strong>ti</strong> forse progetta<strong>ti</strong> per la decorazione pittorica<br />

della casa degli stessi Zuccari, come avvenne per la casa Buonarro<strong>ti</strong><br />

di Firenze. .<br />

Nel disegno della Collezione Mufioz si possono iden<strong>ti</strong>ficare i per-<br />

sonaggi perchè l'autore vi ha scritto i nomi di propria mano, così<br />

sappiamo che la persona che, dietro il cavallo di Michelangelo, indica<br />

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l'impalcatura dove lavora il pittore, è il servo Urbino, l'ul<strong>ti</strong>mo personaggio<br />

a destra, Francesco Salvia<strong>ti</strong>.<br />

Nei disegni e nel dipinto l'ar<strong>ti</strong>sta si staglia sul fondo delle vecchie<br />

case di Roma, sorpreso in atto di dipingere la facciata d'un palazzo,<br />

forse in Piazza Mattei. La scenetta avrebbe il sapore d'una<br />

vivace creazione manieris<strong>ti</strong>ca, se la retorica degli Zuccari e la pre-<br />

occupazione d'inserire Michelangelo come tes<strong>ti</strong>mone e assertore della<br />

loro fama pittorica, non avesse forzato un poco le <strong>ti</strong>nte.<br />

Qui Michelangelo ci appare, è vero, col suo cappello di pelliccia<br />

e il caratteris<strong>ti</strong>co mantello; ma tut<strong>ti</strong> attorno s'affannano a indicargli<br />

l'impalcatura sulla quale Taddeo, assis<strong>ti</strong>to, nientemeno, dal coro delle<br />

Muse e protetto dalla Fama che dà fiato alle trombe, Ma eseguendo<br />

la sua opera di decorazione. Ricordo di un vero incontro o di una<br />

lode strappata alle severe labbra. del Buonarro<strong>ti</strong>? Forse non lo sa-<br />

premo mai: per lo meno qui Michelangelo è rispettato nella sua<br />

veste di semplice passante anche se il gesto di benevolenza della sua<br />

mano non lascia dubbi sullo scopo della raffigurazione.<br />

Quattro anni prima di lasciare questa terra, nella primavera del<br />

1560, Michelangelo accolse il Vasari che era venuto a mostrargli i<br />

modelli dei lavori che andava facendo per Cosimo I a Firenze, e il<br />

biografo descrive in una lettera del 9 aprile l'incontro con Michelangelo<br />

e l'invito a fare alla fabbrica di San Pietro uno di quei sopralluoghi<br />

dei quali dovettero ricordarsi mol<strong>ti</strong> della « setta sangallesca».<br />

_ « Avìan cavalcato», scrive il Vasari, « una volta, in compagnia, a<br />

San Pietro, dove mi ha mostro molte difficultà et così il modello che<br />

fa fare di legname della cupola et lanterna...».<br />

Ma ancora tre giorni prima di morire l'ar<strong>ti</strong>sta infa<strong>ti</strong>cabile, per<br />

cacciare « certa sonnolenza che l'aggravava» volle far prova di cavalcare.<br />

E quando, il giorno dopo la sua morte, fu redatto l'inventario<br />

degli ogget<strong>ti</strong> che si trovavano nella casa di Macel de' Corvi, accanto<br />

alla fucina con due man<strong>ti</strong>ci piccoli, una botte da tener biada e certe<br />

quan<strong>ti</strong>t~ di legna gross:, fu trovato nella stalla « un ronzinetto piccolo,<br />

dI pelo castagnacclO, con sella e briglia... ».<br />

V ALERIO MARIANI

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