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giosa, che la rivoluzione italiana, sovver<strong>ti</strong>trice del potere temporale<br />

dei Papi, rimaneva fedele alla religione dei padri. Di qui il corteo<br />

dei deputa<strong>ti</strong> scendeva sul Corso e, deviato a sinistra e raggiun<strong>ti</strong> i<br />

pressi del Palazzo Borghese, per via della Scrofa e S. Luigi dei Francesi,<br />

si era avviato al palazzo della Cancelleria, consueta sede delle<br />

Assemblee dello Stato.<br />

Il palazzo della Cancelleria, il magnifico edifizio opera del Bra-<br />

mante, aveva già accolto le assemblee dello Stato romano. Fu ai piedi<br />

del suo scalone che Pellegrino Rossi, l'insigne giurista chiam~to ~<br />

realizzare una cos<strong>ti</strong>tuzione liberale nello Stato del Papa, era stato<br />

pugnalato pochi mesi prima, il 15 novembre 1848, mentre si recava<br />

all'Assemblea ad esporvi il suo programma di governo. Qui, dunque,<br />

doveva raccogliersi la nUova Assemblea Cos<strong>ti</strong>tuente che trovò<br />

infat<strong>ti</strong> la sua sede nella grande sala del primo piano affrescata dal<br />

Vasari, che vi dipinse i fas<strong>ti</strong> di Paolo Farnese.<br />

La sala - secondo una descrizione fatta dal segretario dell'As-<br />

semblea Savino Savini di Bologna e conservata nel Museo bolognese<br />

del Risorgimento - aveva, accostato ad una delle pare<strong>ti</strong> minori, il<br />

palco della Presidenza con immediatamente sotto la tribuna degli<br />

oratori e più sotto ancora il banco del Governo. I banchi dei deputa<strong>ti</strong><br />

si distendevano davan<strong>ti</strong> alla Presidenza, a ferro di cavallo: tre or-<br />

dini di banchi e, a sinistra, un altro ordine parallelo alla parete. In<br />

fondo, nella parete di faccia, dietro due file di altri banchi des<strong>ti</strong>na<strong>ti</strong><br />

ai deputa<strong>ti</strong>, erano le tribune per il pubblico e l'ingresso alla sala.<br />

In questa sede - come ho -descritto nel mio volume Mazzini<br />

triumtliro della Repubblica romana - i deputa<strong>ti</strong> sedevano senza alcuna<br />

dis<strong>ti</strong>nzione di destra e sinistra, sebbene la pra<strong>ti</strong>ca della vita par-<br />

lamentare inglese e francese avesse rese note. anche in Italia queste<br />

costumanze. Elet<strong>ti</strong> senza lotte di par<strong>ti</strong><strong>ti</strong>, anima<strong>ti</strong> tut<strong>ti</strong> da una specie<br />

di febbre patriot<strong>ti</strong>ca che li accomunava nell'azione, i deputa<strong>ti</strong> del-<br />

l'Assemblea romana non potevano dividersi in par<strong>ti</strong> poli<strong>ti</strong>che e in-<br />

dicare con l'ubicazione del proprio seggio la loro diversa colorazione<br />

poli<strong>ti</strong>ca. Soltanto la comune origine regionale e l'amicizia personale<br />

riunivano a gruppi i deputa<strong>ti</strong>. CosÌ i bolognesi Carpi, Cristofori, Au-<br />

dinot, Ercolani, Carlo e Luigi Rusconi sedevano vicini all'estrema<br />

4<br />

~<br />

(.<br />

~<br />

destra; mentre Zambeccari, Andreini, Caldesi, Vecchi e Bosi sede-<br />

vano all'estrema sinistra. Felice Orsini, des<strong>ti</strong>nato ad even<strong>ti</strong> tragici,<br />

sedeva nel centro tra Gabussi e Savelli; nello stesso banco del centro<br />

sedevano Terenzio Mamiani, di lì a poco dimissionario, e il principe<br />

Carlo Luciano Bonaparte di Canino, nipote del grande Imperatore e<br />

militante nelle file dei più arden<strong>ti</strong> repubblicani. A destra, tutto prossimo<br />

al banco del Governo, dove sarebbe salito fra non molto, sedeva<br />

Aurelio Saffi, il più notevole deputato della Romagna.<br />

L'Assemblea, dopo aver eletto a suo presidente il generale Gallet<strong>ti</strong>,<br />

discusse subito la' forma dello Stato. Nella notte fra 1'8 e il 9<br />

febbraio la discussione, appassionata e larghissima, si avviò alla sua<br />

logica conclusione. Verso le due della notte sul 9 febbraio 1849 l'Assemblea,<br />

dichiarato decaduto il Governo temporale dei Papi, e conferite<br />

al Papa le necessarie guaren<strong>ti</strong>gie per l'esercizio della sua podestà<br />

spirituale, proclamava il regime repubblicano e instaurava la<br />

Repubblica Romana.<br />

Il grande avvenimento - che preannunziava il 20 settembre 1870<br />

e, in certo senso, il 2 giugno 1946 - non è affatto ricordato nel<br />

palazzo della Cancelleria dove solo una lapide nell'atrio interno ri-<br />

corda l'assassinio ai Pellegrino Rossi, ma i repubblicani di oggi nOfl<br />

possono dimen<strong>ti</strong>care che in quel palazzo si illuminò l'aurora della<br />

democrazia italiana.<br />

II<br />

Il palazzo della Cancelleria non è stata l'unica sede dell'Assem-<br />

blea Cos<strong>ti</strong>tuente repubblicana. Esso ospitò senza interruzione l'Assemblea<br />

fino al termine di aprile. Ma per riferire le ragioni del trasloco<br />

occorre narrare l'arrivo di Mazzini.<br />

Giuseppe Mazzini aveva, sulla fine del 1848, lasciata la Svizzera<br />

per recarsi a Marsiglia, dove si era imbarcato per Livorno. Fu nella<br />

città toscana, fervida di spiri<strong>ti</strong> mazziniani, ch'egli ricevette, dopo il<br />

9 febbraio 1849, lo squillante invito di Goffredo Mameli: « Roma,<br />

Repubblica, venite ». Il 2 marzo Mazzini, con Bonet<strong>ti</strong> e col fedele<br />

Scipione Pistrucci, si avviava alla volta di Roma, dove la sera del 5<br />

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