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Verso la fine dell'anno scorso presentì prossima la fine per soffe-<br />

renze che aveva sempre dissimulate, fidente nel ferreo organismo<br />

che gli permetteva di conservare inalterata la sua gioviale vivacità.<br />

Tornò a Roma per l'ul<strong>ti</strong>ma volta nel dicembre. Come vecchio romanista<br />

non volle mancare alla riu'1ione che fu tenuta, l'an<strong>ti</strong>vigilia di<br />

Natale, nella Taverna di via Margutta. Vi si presentò quasi improv-<br />

visamente, con sorpresa di tut<strong>ti</strong>. E pur riconoscendo il suo consueto<br />

buonumore, videro gli amici che era stanco, invecchiato, sofferente.<br />

Non era più lui. Il giomo I I gennaio ripartì per Campello, presago<br />

forse della sua fine imminente. E a Olmpello si spense, quasi improv-<br />

visamente, quattro giorni dopo, la mat<strong>ti</strong>na del 15 gennaio, stoicamente<br />

solo.<br />

Ma muore solo chi può bearsi fino all'ul<strong>ti</strong>mo respiro nella visione<br />

del suo cielo prediletto? Chi sente giungere alla sua solitudine l'eco<br />

della simpa<strong>ti</strong>a affettuosa di tante persone care lasciate lontano? Chi<br />

girando lo sguardo alle pare<strong>ti</strong> del suo rifugio si vede circondato daglt<br />

amici più fidi che l'abbiano confortato in vita, i libri del suo lavoro e<br />

le carte preparate a dar nuova e più larga tes<strong>ti</strong>monianza del suo valore<br />

di studioso?<br />

Da tale pace alla pace suprema ci conforta saper passato senza<br />

pena lo spil'ito anelo di Umberto Cnoli.<br />

LUIGI DE GREGORI<br />

VINI ALLA MENSA DEI PONTEfiCI<br />

9rima che i romani Pontefici acquistassero il dominio territoriale<br />

ad essi lasciato dai Cesari, la loro casa fu certo organizzata assai<br />

semplicemente; ma quando alla regalità spirituale, unirono quella<br />

del inondo, bisognò bene che osservassero essi pure le usanze delle<br />

reggie. E poichè nessun palazzo reale, fin dalle età più remote, fu<br />

mai sprovvisto di una can<strong>ti</strong>na doviziosa di vini preliba<strong>ti</strong> e di personale<br />

apposito addetto ad essa e al servizio delle bot<strong>ti</strong>glie e delle coppe<br />

alla mensa del sovrano, così anche il palazzo pon<strong>ti</strong>ficio venne fornito<br />

di quanto occorreva perchè l'augusto Capo della Chiesa neppure in<br />

ciò rimanesse inferiore agli altri principi della terra.<br />

I! Papa ebbe quindi la sua can<strong>ti</strong>na (detta, nel basso la<strong>ti</strong>no medievale,<br />

canava o canova), i suoi can<strong>ti</strong>nieri, o canavari, i coppieri, i bot~<br />

<strong>ti</strong>glieri e via discorrendo. .<br />

Bevitori tra coloro che cinsero il diadema imperiale, a cominciar<br />

da Tlberio, non ne mancarono, ma tra quelli che portarono la <strong>ti</strong>ara,<br />

pochissimi, al certo, caddero in una simile intemperanza.<br />

Chi va notato fra gli al.tri Papi, non come troppo dedito alla<br />

insidiosa bevanda, ma come esperto e fine conoscitore di vini, è Paolo<br />

III, già solerte col<strong>ti</strong>vatore di rinomate vigne ne' suoi possedimen<strong>ti</strong>,<br />

i giudizi del quale sui prodot<strong>ti</strong> delle uve d'Italia vennero tramanda<strong>ti</strong><br />

ai posteri grazie alla diligenza di un suo bot<strong>ti</strong>gliere.<br />

Ma non è su questo argomento che ci soffermeremo, poichè vo-<br />

gliamo presentare invece la figura dell'ufficiale che nel Cinquecento<br />

doveva recare e versare il vino alla mensa del Papa, così come ce la<br />

descrisse un cor<strong>ti</strong>giano del tempo di Gregorio XIII. Costui, 'accingendosi<br />

a rinfrescare e rimaneggiare l'operetta di Sante Lancerio, il<br />

bot<strong>ti</strong>gliere sopra ricordato, che allora correva manoscritta (nè fu pubblicata<br />

per le stampe se non ai giorni nostri da Giuseppe Ferrario),<br />

nel dedicarla a un coppiere di nuova nomina, vi premise alcuni am-<br />

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