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tecipano all'atto del bevere il vino: vista, olfatto, gusto. Epperò, am-<br />
moniva il nostro autore, si privano del diletto che dà il primo senso,<br />
coloro che non bevono il succo d'uva in un « chiaro vetro»; onde<br />
par che di biasimo fossero degni gli an<strong>ti</strong>chi, i quali usavano tazze<br />
di prezioso metallo lavorato a cesello, con figurazioni belliche e bacchiche.<br />
Anche il Petrarca, nella nona delle canzoni in vita di Laura,<br />
la canzone erme<strong>ti</strong>ca, scrisse: « Chì non ha l'auro o 'l perde - Spenga<br />
la sete sua con un bel vetro». Cioè, con un bel calice cristallino,<br />
colmo (è sot<strong>ti</strong>nteso) di vino dorato o rubicondo.<br />
La <strong>ti</strong>nta, dunque, del pregiato umore, vuoi esser chiara, non<br />
troppo carica o accesa, ma d'oro, se vin bianco, o arrubinata, dicevano<br />
i linguaioli, se rosso. L'odore, di una soavità che si accos<strong>ti</strong> a<br />
quel delle viole, non già acetoso nè fumoso. E quanto al sapore, le<br />
giuste definizioni le dette prete Meo, la cui esposizione delle qualità<br />
vinicole era giudicata degna di stare a pari della esposizione del diritto<br />
del celebre Bartolo. Gli bastarono tre mot<strong>ti</strong>: baciare, il vino<br />
amabile che si soleva definire « amorevole»; mordere, il frizzante,<br />
che si diceva anche « mordente »; e trar calci, il vino chiamato « di<br />
schiena», ma non al punto da non potersi « cavalcare ».<br />
Paolo III ai det<strong>ti</strong> tre sensi aggiungeva l'udito, perchè, a suo avviso,<br />
i giovani bevevano con le orecchie; domandavano cioè il vino<br />
più vantato, lasciando da parte ogni altro, pur senza conoscere la<br />
differenza che passava tra vino e vino, preroga<strong>ti</strong>va questa delle persone<br />
di età matura.<br />
Cristoforo Madrucci, cardinal di Trento (creato da Paolo III il<br />
1542, morto il 1578), approvava ciò che un tedesco lasciò scritto in<br />
una taverna del Lazio: « Primum potum, bibe totum; secundum, us-<br />
que ad fundum; ter<strong>ti</strong>um, bis medium; quartum, sicutprimum».<br />
Facezia che, passando di bocca in bocca, suggerì forse al poeta e<br />
canonico perugino Cesare Caporali (1531-1601) i no<strong>ti</strong> versi:<br />
Bevevan tre bicchier di sommo vino<br />
Ogni mat<strong>ti</strong>na; il primo era vin pretto,<br />
L'altro sem:'acqua e il terzo come il primo.<br />
Un altro tedesco si afferma che, per eccesso di « trinken», lasciasse<br />
le cuoia in una taverna di Montefiascone o di Orvieto, onde<br />
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