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pon<strong>ti</strong>ficia, per ques<strong>ti</strong> ul<strong>ti</strong>mi si consigliava il coppiere a fame l'as-<br />
saggio, ricordandogli che tale operazione conviene far~a a digiuno.<br />
L'ordinamento della « bot<strong>ti</strong>glieria» a fianco della credenza, era<br />
compito del bot<strong>ti</strong>gliere, ma sotto l'occhio esperto del coppiere, che<br />
doveva curare fosse adorna di fiori e di erbe a seconda delle sta-<br />
gioni, con file di bicchieri ben net<strong>ti</strong>, strofina<strong>ti</strong> ogni mat<strong>ti</strong>na con la<br />
stamigna e lo scopet<strong>ti</strong>no, e ben lava<strong>ti</strong> ogni sabato con la « bucata i),<br />
così i vetri come le brocche e conche' di rame, tenendo tutto riposto<br />
in una cesta; per non tenerne ingombre le tavole.<br />
Insomma, l'ufficio del coppiere era uno dei più importan<strong>ti</strong> nel-<br />
l'Urbe di un tempo, e in ogni Corte principesca, come impariamo<br />
anche dal nO'<strong>ti</strong>ssimo Priscianese fioren<strong>ti</strong>no, un de' primi a dettare le<br />
norme del galateo cor<strong>ti</strong>giano, il quale al coppiere e al bot<strong>ti</strong>gliere dedicò<br />
tutto un capitolo.<br />
Siamo nel Cinquecento, tra il pon<strong>ti</strong>ficato di Paolo III e quello<br />
di Gregorio XIII (1534-1585), quando la famiglia di un cardinale<br />
andava da un minimo di centoven<strong>ti</strong> o centocinquanta a un massimo<br />
di trecento persone, numero superato solo da Alessandro Farnese, ne-<br />
pote di Paolo III: ben si comprende, quindi, come i palazzi principeschi<br />
rigurgitassero di cor<strong>ti</strong>giani; ed è a figurarsi quello pon<strong>ti</strong>ficio,<br />
dove si vuotavano ogni anno 3700 bot<strong>ti</strong> contenen<strong>ti</strong> vini, tra<br />
italiani e stranieri, di più che sessanta qualità.<br />
Il vino era considerato come l'elemento più importante di una<br />
mensa, e però nasce nel secolo accennato quella letteratura bacchica<br />
che, sviluppandosi tra le mani dei prosa tori cinquecen<strong>ti</strong>s<strong>ti</strong>, nel secolo<br />
seguente sboccherà nella poesia, dando all'Italia quel gioiello che è<br />
il di<strong>ti</strong>rambo rediano.<br />
'" '" '"<br />
Con deferenza citavano gli scrittori una sentenza del Rosso fio-<br />
ren<strong>ti</strong>no, buffone alla corte di Paolo III e a quella del nepote cardinale<br />
Alessandro, poi ri<strong>ti</strong>ratosi in patria a vita agiata, sfoggiando i <strong>ti</strong>toli<br />
di, « eques et comes ». Soleva egli dire che il vino vuoI avere cos e<br />
l'acqua non deve averne affatto: cioè, colore, odore e sapore convengono<br />
all'unO', ma non all'altra.<br />
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Tre dei cinque sensi, a detta del citato maestro del coppiere, par-<br />
Tiziano: Paolo III con I due nepotl Alessandro e Ottavlo