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Storie e testimonianze dal carcere - Calomelano

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le leggere lenti di vetro al titanio. Mi chiedono speranzosi se posso<br />

farne a meno, rispondo che senza di essi non ci vedo. Altro<br />

scambio di sguardi perplessi, ma non c’è verso; anche se non<br />

vorrebbero, gli occhiali da vista devono lasciarmeli. Le procedure<br />

sembrano terminate e il graduato mi riaccompagna nell’atrio.<br />

Secondo le norme della buona educazione mi faccio da parte per<br />

lasciarlo passare. Ma lui mi dice bruscamente di camminare. Altra<br />

regola base del <strong>carcere</strong>: l’agente non deve mai dare le spalle al<br />

detenuto, che deve sempre precederlo. Impiegherò parecchio<br />

tempo per liberarmi dell’abitudine cortese di cedere il passo.<br />

Attraversiamo l’atrio fino a raggiungere un cancello speculare al<br />

portone d’entrata: è di ferro rinforzato da longheroni e dipinto di<br />

blu, l’unica apertura è uno spioncino di dieci centimetri sulla<br />

porticina al centro, serve per controllare chi vuole uscire, non chi<br />

entra. Un agente apre il cancello ed entriamo in uno spazio di un<br />

paio di metri quadrati, di fronte c’è un altro cancello, a sinistra<br />

una scala di pietra che sale ai piani superiori. Vado verso il<br />

cancello, ma mi dicono di andare a destra ed entro in una<br />

stanzetta male illuminata da una lampadina nuda da pochi watt<br />

che penzola <strong>dal</strong> soffitto. I muri sono scrostati e riscoperti di scritte<br />

e di segni neri lasciati <strong>dal</strong>lo spegnimento di sigarette. Al centro<br />

della stanzetta c’è una sorta di paravento di compensato che un<br />

tempo doveva essere verniciato di grigio, sul pavimento una<br />

pedana di legno.<br />

L’idea della bastonatura di benvenuto riprende vita, sembra<br />

proprio il luogo adatto. Entro senza esitare e aspetto i colpi, ma mi<br />

viene ordinato di togliermi tutti i vestiti. Mi spoglio senza<br />

protestare e consegno i vestiti all’agente munito di guanti usa e<br />

getta, che li controlla, passando le dita anche lungo le cuciture.<br />

Quando sono completamente nudo il graduato mi ordina di fare le<br />

flessioni. Obbedisco e mi piego in avanti fino a toccare con le<br />

mani per terra. Lui scoppia a ridere e mi chiede se è la prima volta<br />

che entro in galera. Alla mia risposta affermativa mi spiega che

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