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Storie e testimonianze dal carcere - Calomelano

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Non ho più soldi e ogni giorno mi dico che domani notte salterò il<br />

muro ed entrerò in quella villetta, ma ho paura, perché in vita mia<br />

non ho mai rubato, e allora rimando la missione di giorno in<br />

giorno.<br />

Mi domando sempre perché questa vita è fatta così uno ha la casa<br />

che costa centinaia di milioni e la lascia abbandonata e altri, come<br />

me o anche tanti italiani, sono senza casa. Ma questo non conta<br />

niente e sono contento di non essere entrato in quella villetta. La<br />

fortuna ha bussato al mio albero e mi ha fatto conoscere Paolo,<br />

Mimmo e Franco.<br />

Sono ex muratori, titolari di una impresa edile, hanno lavorato<br />

sodo e hanno risparmiato tanto per riuscire ad aprire questa<br />

impresa, e ora chiamano molti muratori da Reggio Calabria per<br />

lavorare in cantieri del nord, ma in nero, niente lavoro in regola.<br />

I padroni pagano bene, anche l’albergo e il mangiare, possono<br />

permetterselo perché non danno niente allo stato. Un giorno mi<br />

spiegano che hanno bisogno di un manovale per un cantiere a<br />

Trento. La mia risposta è che sono disposto anche ad andare sulla<br />

Luna, pur di avere un lavoro.<br />

Loro mi dicono com’è il lavoro, che devo dormire in albergo e<br />

mangiare a spese loro, e lavorare dieci ore al giorno. Se ero<br />

d’accordo saremmo partiti subito, e a me stava bene così.<br />

Salgo in macchina con Paolo, un Mercedes 250 TD, prendiamo<br />

l’autostrada e intanto parliamo del mio paese. Lui mi racconta che<br />

è stato all’estero per lavorare, in Germania, Polonia e Libia. Della<br />

Germania mi dice che in molti cantieri i muratori sono quasi tutti<br />

italiani: della Polonia invece mi descrive le donne ed i<br />

divertimenti. Poi mi racconta una storia sulla Libia: era andato<br />

con un’impresa per costruire il porto di Tripoli, lì non c’erano né<br />

alcoolici né donne disponibili. Era molto dura, in un paese dove la<br />

temperatura arriva a cinquanta gradi: una volta mentre viaggiava

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