Storie e testimonianze dal carcere - Calomelano
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A metà mattinata, davanti alla mia cella si ferma un ragazzo che<br />
regge una cassetta di plastica gialla piena di qualcosa su cui è<br />
poggiato un blocco per appunti. Ha circa trent’anni, è stempiato e<br />
ha un po’ di barbetta. Si presenta come S., è lo spesino del<br />
<strong>carcere</strong>, cioè il detenuto incaricato di raccogliere le ordinazioni e<br />
consegnare i generi che si possono acquistare tramite il<br />
“sopravvitto”. In pochi minuti mi fornisce le indicazioni generali<br />
sul funzionamento della spesa, anche se alla mia “testa libera”<br />
occorrerà qualche tempo per afferrarne tutti i principi. In ogni<br />
caso capisco che la spesa viene consegnata il martedì e il venerdì e<br />
che la mattina seguente, cioè il mercoledì e il sabato, devo<br />
consegnare l’ordinazione per la spesa successiva scritta su un foglio<br />
di carta o, meglio, su un apposito quaderno. Siccome sono arrivato<br />
sabato sera ho il diritto di avere un anticipo, cioè mi è concesso di<br />
fare l’ordinazione in ritardo. Ovviamente non ho né carta né<br />
penna, per cui devo dettargli l’ordinazione. Cerco di fare<br />
velocemente mente locale su quello che mi serve e inizio ordinando<br />
la schiuma da barba. Vengo subito bloccato: niente bombolette,<br />
solo tubetti di crema e il vecchio pennello. Allora ordino crema e<br />
pennello, dopobarba, rasoi usa e getta, una saponetta, spazzolino e<br />
dentifricio, e una stecca di Camel.<br />
Lo spesino mi informa che le Camel non sono disponibili. Resto<br />
un momento interdetto, fumo le Camel da oltre quindici anni e so<br />
per esperienza che qualunque altro tipo di sigaretta mi provoca<br />
tosse e acidità di stomaco. Non ho scelta, devo ripiegare sulle<br />
Marlboro. S. prende nota di tutto e se ne va. È l’unico detenuto<br />
che può girare quasi liberamente in tutte le sezioni della casa<br />
circondariale. Si fermerà spesso davanti alla mia cella per fare<br />
quattro chiacchiere in amicizia, per offrire un consiglio, per<br />
chiedermi come è accaduto il fattaccio, per capire cosa intende<br />
fare il mio avvocato. Tre anni più tardi si scoprirà che, a tempo<br />
perso, faceva l’informatore per la procura e che registrava le<br />
confidenze degli arrestati con un registratorino nascosto nella sua