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Storie e testimonianze dal carcere - Calomelano

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cigolano, gente che piange. Non c’è mai pace, nemmeno di notte.<br />

Ogni schianto di cancello, ogni chiave che entra in una serratura<br />

ogni rumore di passi mi fa sussultare. È un luogo che produce una<br />

cacofonia di rumori che a un orecchio non allenato sembrano tutti<br />

violenti, aggressivi. Ci vuole tempo per imparare a decifrarli, a<br />

ordinarli, a catalogarli e ad escluderli come rumore di fondo. Solo<br />

allora l’orecchio impara a individuare lo straordinario in mezzo al<br />

caos ordinario. Bisogna avere l’udito allenato per isolare<br />

<strong>dal</strong>l’innocuo concerto di urla e porte che sbattono quel particolare<br />

urtarsi di tavoli e sgabelli che annuncia che in una cella hanno<br />

iniziato a suonarsele di santa ragione.<br />

È da poco passato il carrello della terapia e ho appena ingollato<br />

una manciata di pastiglie multicolori quando l’agente mi dice che<br />

devo andare <strong>dal</strong> Gip. Quanto è passato <strong>dal</strong> mio arresto? Un<br />

giorno, due giorni, tre giorni? Mi muovo in un’atmosfera onirica,<br />

ricordo che la convalida dell’arresto deve avvenire entro cinque<br />

giorni, l’ho studiato per l’esame da giornalista. Ma non è passato<br />

tanto tempo. Non è ancora arrivato Natale. O sì? Prima di entrare<br />

nell’ufficio del <strong>carcere</strong> dove si terrà l’udienza mi viene concesso di<br />

parlare in privato con l’avvocato d’ufficio. Al termine<br />

dell’incontro mi spiega che chiederà gli arresti domiciliari.<br />

D’istinto gli dico di non farlo perché sto meglio in prigione. Nel<br />

momento in cui l’avvocato mi ha prospettato la possibilità di<br />

uscire mi sono reso conto che non potrei tollerare di incontrare la<br />

gente, gli amici, i miei genitori. Ho spezzato una vita umana, sono<br />

diventato un assassino, ho infranto il più sacro dei tabù: come<br />

potrei stare in loro presenza? Il confronto mi distruggerebbe. Il<br />

solo pensiero mi annichilisce. No, preferisco il conforto della cella.<br />

In prigione mi sento protetto, al sicuro, dagli altri e da me stesso.<br />

Se il procuratore sospettasse quanto mi terrorizza la sola idea,<br />

chiederebbe la scarcerazione immediata. In questo momento non

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