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2012 | 2014 - Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

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• riduzione dell’offerta ospedaliera pediatrica a livello regionale;<br />

2. Scenari<br />

• crescita della dimensione delle grandi strutture ospedaliere pediatriche a<br />

livello nazionale per una casistica ad alta specialità ed elevata numerosità;<br />

• organizzazione di reti tra centri ospedalieri di rilievo nazionale (Hub di secondo<br />

livello) e siti regionali di assistenza pediatrica con funzione sia di Hub di primo<br />

livello sia di coordinamento dei punti Spokes (pediatri territoriali, pediatri di<br />

strutture ospedaliere non specialistiche).<br />

2.5 <strong>Ospedale</strong> pediatrico del futuro<br />

L’adeguamento al nuovo scenario richiede una riconfigurazione dell’<strong>Ospedale</strong><br />

sia dal punto di vista dell’organizzazione interna sia nelle relazioni con gli altri<br />

soggetti del sistema di offerta sanitaria.<br />

L’integrazione ospedale-territorio è la soluzione per garantire efficienza, efficacia,<br />

economicità e flessibilità e per diminuire i disagi e gli oneri economici dei<br />

nuclei familiari. L’ospedale resta un importante punto di riferimento all’interno<br />

del sistema di offerta sanitaria, ma è affiancato da altri soggetti (strutture e<br />

professionisti) che intervengono nelle varie fasi del percorso di cura, con funzioni<br />

assistenziali differenziate.<br />

La concentrazione delle risorse e lo sfruttamento delle sinergie instaurate all’interno<br />

della rete consentono di conseguire economie di scala e di specializzazione:<br />

sarebbe impensabile e antieconomico che ciascun nodo si rendesse autosufficiente<br />

dal punto di vista della dotazione di risorse, materiali e immateriali, necessarie<br />

a garantire la completezza dell’offerta sanitaria.<br />

Peraltro, la differenziazione dei ruoli e la concentrazione delle risorse migliora<br />

la qualità, la sicurezza e gli esiti dell’attività assistenziale. Ciò è dimostrato dalla<br />

correlazione tra volumi di attività ed outcome, per la quale da un lato la capacità<br />

effettiva dei professionisti (e degli ospedali) è direttamente proporzionale alla<br />

numerosità della casistica trattata (l’esperienza crea eccellenza) e dall’altro, come<br />

in un circuito che si autoalimenta, i professionisti (e gli ospedali) che hanno<br />

acquisito una capacità effettiva e conseguono i migliori risultati attraggono più<br />

pazienti aumentando la numerosità della casistica da loro trattata (l’eccellenza<br />

crea a sua volta volumi) 34 .<br />

L’integrazione permette, inoltre, di mettere il paziente “al centro del sistema”<br />

in quanto sono le strutture e i professionisti ad andare verso il paziente, con<br />

risvolti positivi sullo stato di salute in senso lato (benessere psico-fisico, equità<br />

e riduzione dei tempi di accesso alle cure, maggiore vicinanza tra professionista<br />

34 In ambito pediatrico, è dimostrata una significativa relazione tra volumi ed esiti per la chirurgia cardiaca, la piloromiotomia,<br />

l’appendicectomia, l’ernia inguinale, l’ernia diaframmatica congenita, la terapia intensiva neonatale, il trapianto cardiaco e<br />

il trapianto di fegato.<br />

piano strategico <strong>2012</strong> | <strong>2014</strong><br />

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