2012 | 2014 - Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
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2. Scenari<br />
Per quanto riguarda l’ottica interna, le restrizioni sulle disponibilità finanziarie per il<br />
settore sanitario comportano continue modifiche alla normativa sul finanziamento<br />
dell’attività sanitaria che varia, di anno in anno, sia i valori di rimborso delle<br />
prestazioni sia i criteri di controllo dell’appropriatezza, entrambi causa di perdite<br />
economiche anche piuttosto significative per l’<strong>Ospedale</strong>.<br />
Com’è noto, le tariffe non sono un fattore controllabile e definibile in base alle<br />
regole economiche della domanda e dell’offerta, ma sono stabilite dalla normativa<br />
e non sempre corrispondono all’entità di risorse consumate per svolgere l’attività di<br />
assistenza. Per arginare gli effetti delle tariffe “imposte”, l’unica strada percorribile<br />
è agire sull’efficienza e intervenire sui processi organizzativo/gestionali interni per<br />
renderli più razionali, snelli e flessibili.<br />
Relativamente all’appropriatezza, di fronte ai criteri di valutazione regionali ogni<br />
anno più stringenti, l’unica “arma di difesa” dell’<strong>Ospedale</strong> è attivare delle procedure<br />
affidabili per monitorare costantemente il livello di appropriatezza delle proprie<br />
prestazioni, allo scopo di diminuire progressivamente l’entità economica degli<br />
abbattimenti tariffari applicati annualmente dalla Regione.<br />
Ultimo fattore di rischio da non sottovalutare è rappresentato dalla “concorrenza”,<br />
ossia dalla pressione competitiva tra strutture operanti sul territorio regionale<br />
e nazionale, sia per quanto riguarda l’ampiezza del bacino di utenza, sia per<br />
l’attrazione al proprio interno di professionalità di alto livello.<br />
Con riferimento al primo tipo di concorrenza tra le strutture, bisogna considerare<br />
che i nuclei familiari dei pazienti pediatrici hanno libertà di scelta sull’istituto a cui<br />
rivolgersi e, oltre alla reputazione di affidabilità e professionalità, prendono sempre<br />
più in considerazione anche altre variabili no core (es. accoglienza, disponibilità<br />
di spazi, disponibilità del personale, etc.). Si tratta di una molteplicità di aspetti<br />
che l’<strong>Ospedale</strong> dovrà tenere sotto controllo per “fare attrazione” e aumentare il<br />
proprio bacino di utenza, poiché oggi i competitor comprendono anche gli ospedali<br />
per adulti – sempre più numerosi - che stanno organizzando al loro interno reparti<br />
pediatrici ben organizzati sia dal punto di vista assistenziale sia dal punto di vista<br />
dei servizi di supporto e delle facilities.<br />
Il secondo tipo di concorrenza sui professionisti si riferisce alla disponibilità<br />
di professionalità altamente specializzate e competenti e al rischio che altre<br />
strutture possano “sottrarle” all’<strong>Ospedale</strong>, offrendo loro prospettive economiche<br />
e di carriera più allettanti. La “fuga di cervelli”, in questo caso, implicherebbe<br />
non solo la perdita di risorse altamente specializzate, ma anche il rischio che la<br />
casistica pediatrica, per il rapporto di fiducia che si instaura tra famiglia e medico,<br />
segua il professionista presso la nuova struttura. Il Bambin <strong>Gesù</strong>, cosciente di<br />
questo rischio, deve cercare di “trattenere” gli specialisti migliori attraverso idonee<br />
politiche di gestione del personale.<br />
piano strategico <strong>2012</strong> | <strong>2014</strong><br />
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