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2012 | 2014 - Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

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piano strategico <strong>2012</strong> | <strong>2014</strong><br />

44<br />

5. Obiettivi strategici<br />

Per le potenzialità di sviluppo e la connessione con le tecnologie innovative in<br />

cui l’<strong>Ospedale</strong> intende investire parte delle proprie risorse, per il triennio <strong>2012</strong>-<br />

<strong>2014</strong> il Bambin <strong>Gesù</strong> ha deciso di consolidare ulteriormente i seguenti ambiti:<br />

1 trapianti;<br />

2 malattie rare.<br />

5.1.1.1 Trapianti<br />

L’attività trapiantologica è uno dei punti di forza dell’<strong>Ospedale</strong>, che risulta<br />

l’unico ospedale pediatrico in Europa in grado di rispondere al bisogno di ogni<br />

tipologia di trapianto pediatrico, dalle cellule ai tessuti a tutti gli organi solidi.<br />

L’<strong>Ospedale</strong> intende consolidare ulteriormente questa attività attraverso obiettivi<br />

specifici:<br />

• avviare l’attività dell’Istituto dei Tessuti (Cell Factory), già in fase di avanzata<br />

realizzazione, integrato nella rete nazionale con ruolo di riferimento per<br />

lo sviluppo di sperimentazioni multicentriche rivolte a malattie oggi non<br />

curabili o curabili in modo insoddisfacente (es. oncoematologiche) in ambito<br />

pediatrico. Esso metterà a disposizione dei progetti di terapia e ingegneria<br />

tissutale una struttura per l’approvvigionamento e la lavorazione di linee<br />

specifiche di cellule umane, quindi di potenziale interesse traslazionale, in<br />

particolare rivolta alle applicazioni cliniche delle cellule staminali ottenute<br />

da adulto;<br />

• gestire in modo unitario le attività connesse ai trapianti di organi solidi, dalla<br />

lista di attesa al follow up;<br />

• centralizzare le attività di trapianto di fegato, rene, polmone e intestino in un<br />

unico Centro trasversale, creando un gruppo multidisciplinare di chirurghi<br />

specialisti comprendente anche un chirurgo cardiovascolare e mettendo in<br />

comune le risorse condivisibili per rendere più efficiente la gestione;<br />

• incrementare l’attività di trapianto di rene e fegato da donatore vivente48 , già<br />

praticata ampiamente negli USA e in alcuni Paesi del Nord Europa. Studi<br />

epidemiologici hanno rilevato che il trapianto da vivente risulta più sicuro del<br />

trapianto da donatore deceduto e l’organo sopravvive più a lungo. Peraltro, i<br />

bambini in attesa di trapianto di rene o di fegato sono solitamente soggetti a<br />

più complicanze rispetto agli adulti e il trapianto da vivente, laddove possibile,<br />

abbrevia enormemente i tempi di attesa.<br />

48 L’OPBG già da tempo ha avviato l’attività di trapianto di rene da donatore vivente effettuando n. 13 trapianti dal 1996 ad oggi<br />

e nel 2011 ha eseguito il primo trapianto di fegato da donatore vivente.

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