Achille Giovanni Cagna - Alpinisti ciabattoni - Calomelano
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Segezzi, preso da una vertigine di gioia, corse al pianoforte, che<br />
era lì aperto, e sgraffignò sulla tastiera, vaneggiando forse di<br />
poterne cavar fuori qualche cosa, e poscia afferrando Errico per il<br />
bavero, lo strascinò allo sgabello, sclamando:<br />
- Suona, Errico!... suona la mia marcia!<br />
La sua marcia era l'entrata dello Sciah Kaimakà dei Due Orsi...<br />
Era pazzo per quella roba. Errico intonò la marcia. A quelle<br />
vibrazioni il papà Segezzi preso da subita frenesia, abbrancò la<br />
moglie per la vita, piroettò con lei un istante ricalcitrando sulle<br />
sedie, e sarebbe forse andato oltre, se la Zina non avesse strozzato<br />
la musica gettandosi sullo sposo e morsicchiandolo nei baffetti.<br />
L'ostessa diede in tavola la zuppa. Intanto il tempaccio si era<br />
acquetato. I nuvoloni gravidi correvano veloci soffiati dai vento, e<br />
lontano dietro la torre di Buccione, il cielo torbido si squarciava in<br />
una fenditura azzurra.<br />
Il professore e Carlino a quella promessa di sereno, sghisciarono<br />
subito nel pantano della spiaggia, e fecero esperienze col fazzoletto<br />
a vela sulla direzione del vento.<br />
Gaudenzio e Martina dormivano della grossa, sognando forse il bel<br />
sole di Sanazzaro e la quiete domestica del loro botteguccio.<br />
Sor Gaudenzio si svegliò per il primo tutto pesto, ingranchito;<br />
sbadigliò stirandosi in ogni senso, e guardò l'orologio. Erano le tre.<br />
Cospettone! avevano dormito più di quattro ore: una nottata!<br />
Svegliò la moglie, e spalancò la finestra.<br />
Uno sprazzo di sole traforava con un trapano di raggi i nuvoloni,