Achille Giovanni Cagna - Alpinisti ciabattoni - Calomelano
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Martina si provò a mangiare la minestra, e quella andò giù.<br />
- Sta in gamba, - disse Gaudenzio, - mangià o mangià no, se paga<br />
l'istess!<br />
Questo lo sapeva anche lei, e se ne crucciava tanto, ma per buona<br />
voglia che ci mettesse, quando si trattava di masticare, era finita,<br />
bisognava rinunziare a quei bei piatti.<br />
I signori dell'altra tavola verso la finestra, ora che erano ben<br />
pasciuti, sfogavano l'allegria in chiacchiere; uno raccontava<br />
lepidezze, gli altri ascoltavano, saccheggiando le confetture ed i<br />
biscottini, ma non potevano mai ridere di cuore, perchè avevano<br />
sempre la bocca piena.<br />
Una donnona grassa, turgescente, sbucò sulla porta, otturandola<br />
quasi con la sua voluminosa persona; e dietro lei fece capolino un<br />
giovane alto e secco che aveva una faccia da galletto irrequieto.<br />
Parevano a prima vista marito e moglie, ma a guardar ben bene, si<br />
capiva che c'era qualche cosa di meno.<br />
Presero posto nella tavola di fianco a quella dei Gibella. La grossa<br />
signora con mossa da prima donna, salutò le madame ed i signori<br />
dell'altra tavola, squassò le vesti, e sedette, facendo gemere quella<br />
povera seggiola sotto il peso muto de' suoi fianconi massicci.<br />
Intanto si levò i guanti, e si tirò giù il giubbetto, sotto cui<br />
ponzavano rigogliose le protuberanze del seno.<br />
Gaudenzio sbirciò più volte quell'abbondante figura, poi, chissà<br />
per quale successione di pensieri, sclamò:<br />
- De Diana! l'è una bela dona! - e tracannò subito una sorsata di