Achille Giovanni Cagna - Alpinisti ciabattoni - Calomelano
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scampagnata. Sor Gaudenzio aveva deciso di portarsi nella<br />
giornata a Omegna.<br />
Martina tirò fuori lo scialle, ed il marito, che non aveva soprabito,<br />
si contentò di abbottonarsi.<br />
Uscire, era pazzia; non si poteva metter muso fuori dell'uscio senza<br />
pigliarsi schiaffi rabbiosi di vento e di piova.<br />
Scesero abbasso e presero il caffè in cucina. In sala chi ci poteva<br />
stare? Da una parte i coniugi Segezzi con un muso corrucciato che<br />
metteva malinconia, e nel salotto il capitano Errero che<br />
passeggiava come un lupo da serraglio, ringhiando contro il tempo;<br />
e di qua e di là, balcone spalancato, con quel vento che gelava il<br />
fiato.<br />
Gaudenzio dopo il caffè prese un bicchierino di grappa, sperando<br />
che gli tenesse luogo del soprabito di cui aveva tanto bisogno.<br />
Martina non ancora sgranchita, col naso livido dal freddo, stretta<br />
nel suo scialle, guardava la pioggia che si frangeva contro la<br />
finestra, e ad intervalli borbottava:<br />
- Questa l'una grana!<br />
Una donna della riviera con un cesto di verdura e di frutta,<br />
precipitò in cucina; aveva saccone in testa e parapioggia, ma<br />
sgocciolava da tutte le parti, e squassò dalle vesti un'ondata del<br />
freddo della piazzetta.<br />
C'era una novità. Una barca che aveva tentato la traversata da<br />
Orta, si era capovolta sotto la furia del vento.<br />
I coniugi Segezzi sobbalzarono di terrore e corsero in cucina a