Achille Giovanni Cagna - Alpinisti ciabattoni - Calomelano
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Gaudenzio dovette per forza accettare il bicchierino offertogli, e<br />
l'altro con una parlantina da bambolone si sbottonò.<br />
- Io sono Jacopo Noretti impiegato alla Prefettura di Pavia, - e<br />
porse la sua carta di visita a Gaudenzio, continuando:<br />
- Ora mi conoscono, e non faremo complimenti. Sono in viaggio<br />
per divagarmi: ho dei dispiaceri... delle amarezze...<br />
E lasciò lì il discorso con uno dei soliti gesti disordinati, ricolmò i<br />
bicchieri e bevette subito, in un fiato.<br />
- E lei - chiese Gibella - si ferma qui a Orta?<br />
- Non lo so; aspetto una persona... una persona che mi interessa...<br />
e poi, chissà come andrà!<br />
E qui il signor Noretti si rifece cupo, e sbarrò gli occhi nel vuoto,<br />
rimanendo per qualche minuto assorto in un profondo pensiero.<br />
Quando rinvenne, asciugò la bottiglia dell'ultimo bicchiere.<br />
Quel barolo secco, alcoolico, aveva alquanto riscaldato lo stomaco<br />
semidigiuno di Sor Gaudenzio mettendogli un zinzino di buon<br />
umore, e così, per amichevole ricambio, ordinò anch'egli una<br />
bottiglia, senza badare alle opposizioni che Martina gli saettava<br />
cogli occhi.<br />
Noretti accettò commosso, strinse la mano al droghiere, gli disse<br />
che voleva considerarlo come un padre confidandogli tutti i suoi<br />
dispiaceri.<br />
Sturata la seconda bottiglia, il signor Noretti incominciò l'istoria.<br />
Martina non ne poteva più; voleva prender aria; ma Gaudenzio<br />
ora si trovava bene, chiese un sigaro, e disse alla moglie che poteva