Achille Giovanni Cagna - Alpinisti ciabattoni - Calomelano
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per assicurarsi una camera.<br />
Si fece insegnare la strada, riprese il suo saccone, e via nella piova<br />
obliqua che lo schiaffeggiava; e Martina dietro, abbatuffolata nel<br />
suo scialle, le vesti tirate su, e lo strascico delle sottane bianche<br />
che arramacciavano miseramente nel fango.<br />
Eccoli all'albergo, bagnati come oche, e tremolanti dal freddo.<br />
Sostarono nell'andito di entrata. A sinistra si apriva una voragine<br />
di cucina, ampia, nera, fumeggiarne da tutte le parti.<br />
Donne di servizio andavano e venivano affrettate, portando<br />
torricelle di tondi e di biancheria.<br />
Ma nessuno badava ai due nuovi arrivati: li lasciavano lì,<br />
passandogli sui piedi senza neanche guardarli, e Gaudenzio non<br />
osava fermare quella gente così affaccendata.<br />
- Adess vegnaran! - sclamava di quando in quando, e passeggiava<br />
in su ed in giù nell'andito, soffermandosi qualche volta a guardare<br />
i bei fuochi della cucina.<br />
Nessuno dava segno di accorgersi della loro presenza; tutti<br />
passavano, e via su e giù per le scale, senza neanche voltarsi.<br />
- Ehi! - sclamò finalmente Gaudenzio rivolgendosi ad una donna -<br />
ghe saria una camera?<br />
- Altro che! - rispose colei; e via subito.<br />
Gaudenzio aspettò un poco; pensava che quella donna<br />
avvertirebbe il padrone.<br />
E aspetta, e aspetta; e mai nessuno.<br />
Il droghiere perdette la pazienza, ed entrò risoluto in cucina,