Achille Giovanni Cagna - Alpinisti ciabattoni - Calomelano
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per la colazione, un signore ed una signora già occupavano un capo<br />
della tavola.<br />
Anche nella saletta attigua c'era gente, bisognava dunque adattarsi.<br />
Sedettero finalmente. Li serviva una bella giovane dall'occhio<br />
lucente, alta, eretta, elegante, nella sua modesta vesticciola di<br />
traliccio. Era la figlia della padrona.<br />
I Gibella avevano giurato di non attaccar discorso più con<br />
nessuno; ma altro è dire, altro è riuscire. Come si fa a star là muso<br />
duro, con persone sedute alla stessa tavola? Intanto quei signori li<br />
avevano già salutati cortesemente, ed in qualche modo bisognava<br />
corrispondere.<br />
- Han l'aria de siori come se dev, - aveva mormorato Martina, e<br />
Gaudenzio di rimando:<br />
- Anche il professor el pareva tranquil.. e dopo, nespole che<br />
battosta!<br />
In definitiva però i Gibella non ebbero a lamentarsi. Quei signori<br />
li lasciarono in pace; parevano lieti di una notizia contenuta in una<br />
lettera ricevuta nella mattina, ed il signore riponendo in saccoccia<br />
il foglio, aveva sclamato con un sospirone di contentezza:<br />
- Basta, domani saranno qui! - E via tutti e due, risalutando.<br />
I Gibella rimasero soli. Ed ora che avevano mangiato, che fare? La<br />
spiaggia era come un forno... arrampicarsi su per la montagna?<br />
Martina non ci pensava neanche.<br />
La migliore era di ritirarsi in camera e dormicchiare un poco.<br />
Gaudenzio avrebbe pagato Dio sa quanto, a poter volare nel suo