Achille Giovanni Cagna - Alpinisti ciabattoni - Calomelano
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Consultò l'orario: il battello partiva alle due per Gozzano; prima di<br />
sera sarebbero a Sanazzaro.<br />
Uscirono; fecero una passeggiata fuori verso la strada della Strona.<br />
Il cielo affondava in un fulgore di ceruleo tenue; le montagne<br />
risciacquate dalla piova, verdi, fresche, parevano uscite allora dal<br />
pennello di uno scenografo. Lassù dai cigli audaci scendevano,<br />
serpeggiavano in bianca spuma, cascatelle e rigagnoli lancinanti<br />
argentei lucori fra il verde morbido, vellutato dei greppi. Il<br />
grandioso panorama della valle sfumava lontano in una chiarità di<br />
vapori fulgenti nella gloria del sole.<br />
Ma i Gibella non vedevano che l'ora di tornare a casa.<br />
L'imbarco, la traversata del lago, la partenza sul treno da<br />
Gozzano, tutto il viaggio, insomma, passò senza un rimpianto,<br />
senza un pensiero a quei luoghi ameni, che erano stati il loro sogno<br />
di tanti anni.<br />
Via, via! a casa, come in fuga, incalzati dall'unico desiderio di<br />
riparare sotto il loro tetto, bramosi non d'altro che di obliare al più<br />
presto, che oltre il confine del loro paesuccio, si agitasse il resto<br />
del mondo.<br />
Il mondo! e che gliene importava a loro? - Fuori del loro guscio,<br />
avevano provato non altro che delusioni, terrori, e nausee infinite;<br />
ora ne sapevano abbastanza per capacitarsi, che anche fuori del<br />
loro paese, dal grande al piccino, le cose hanno tutte lo stesso<br />
andazzo: dappertutto cielo, terra e montagnaccie; seccature,<br />
gabbamondi e ciarlatani di ogni specie.