Achille Giovanni Cagna - Alpinisti ciabattoni - Calomelano
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Se non altro ecco una stradicciuola da galantuomo. Entrambi<br />
avevano una sete da Crociati: Martina non ne poteva più,<br />
nondimeno rifiutò di bere in un rigagnoletto che scendeva giù<br />
bulicando nell'erba.<br />
- Tutt l'è istess - disse Gaudenzio - fa cunt de bev del brod! - e<br />
tuffò il muso e la barbetta nel rigagnolo, bevendo una lunga<br />
sorsata.<br />
Pochi passi più in su, fecero una scoperta che li ravvivò alla<br />
speranza.<br />
Proprio nel bel mezzo del sentiero, c'erano le traccie sicure,<br />
irrefragabili, del passaggio di bestie bovine.<br />
I Gibella contemplarono per un po' quei depositi, analizzandoli<br />
con gli occhi.<br />
- Questa l'è roba fresca de vacca - sentenziò Gaudenzio; dunque o<br />
Alpe, o cascina, o casolare, non potevano essere lontani; dunque<br />
andando dietro a quei segni...<br />
Ma il busillis era questo: la bestia andava in su o in giù? Da che<br />
parte era voltata quando metteva giù i segni strada facendo?<br />
guardava il torrente, o guardava la montagna?<br />
Gaudenzio si dichiarò incompetente a sciogliere il quesito. Guardò<br />
l'orologio... giurabacco! un altr'ora basita in un soffio.<br />
E nessun indizio di poter metter fuori i piedi da quella sassaiuola.<br />
Mentre Sor Gaudenzio faceva i suoi studi topografici, ecco che dal<br />
fondo del sentiero svoltò un uomo, una persona viva, che i Gibella<br />
salutarono come un arcangelo.