Achille Giovanni Cagna - Alpinisti ciabattoni - Calomelano
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di acqua gelida.<br />
Alcune donne che erano lì presso, diedero in una risata, e Martina,<br />
che pure aveva una sete tormentosa, rinunciò alla prova.<br />
Gaudenzio un po' mortificato volle fare lo gnorri, si guardò<br />
intorno, mise gli occhi sopra un'insegna che sporgeva sulla strada,<br />
esclamando:<br />
- To! Osteria della Rana Secca! - e rise forte, per vendicarsi del<br />
paese e delle sue fontane.<br />
Giunti in capo del borgo, Martina interrogò una donna per avere<br />
indicazioni su quell'alpe di Giumelli che l'aveva tirata fin là.<br />
- Più in su, le fu risposto, dopo un po' di strada, c'era una cappella;<br />
abbandonare la strada, prendere la sinistra sui prati, e salire poscia<br />
per un'oretta.<br />
- Malarbetta -borbottò Gaudenzio - qui le ore son gravide, e<br />
diventano tre o quattro strada facendo!<br />
Ricominciava a grancirli quel sole che bruciava i panni, Martina si<br />
sentiva friggere le cervella sotto il cappellino piumato, e dalla<br />
fronte le colavano goccioloni di sudore più grossi che i brillanti dei<br />
suoi orecchini.<br />
Aveva la gola arsa, ed una sete che le faceva rimpiangere la bella<br />
fontana zampillante nell'ombria fresca del paesello che avevano<br />
attraversato.<br />
- Eh va la - diceva Gaudenzio - ne troverem de l'altra! In<br />
montagna ghe domà che acqua, sol e sass de preja dura!<br />
E difatti dopo un trattino di strada, ecco che da un muricciolo di