29.05.2013 Views

la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"

la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"

la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

126 LA MIA VITA SEGRETA<br />

Passeggiando, scorgevamo lontanissima <strong>la</strong> massa del Muli<br />

de <strong>la</strong> torre, cupa contro <strong>il</strong> verde. Un giorno volli sedermi in<br />

un punto da cui potevo veder<strong>la</strong> meglio, e ad<strong>di</strong>tando<strong>la</strong> le <strong>di</strong>ssi:<br />

«Ve<strong>di</strong> quel punto bianco <strong>la</strong>ggiù? Era proprio lì che sedeva<br />

Dullita».<br />

Guardò, senza <strong>di</strong>stinguer nul<strong>la</strong>. Io strinsi fra le <strong>di</strong>ta uno dei<br />

suoi seni; da quando ci conoscevamo si erano induriti, ed erano<br />

ormai <strong>di</strong> marmo. «Fammeli vedere! » le intimai. Obbedì,<br />

aprendo <strong>la</strong> camicetta. Erano meravigliosamente bianchi, bellissimi,<br />

con i capezzoli sim<strong>il</strong>i a fragole e, non <strong>di</strong>versamente<br />

dai frutti, ombrati <strong>di</strong> una finissima, quasi invisib<strong>il</strong>e peluria.<br />

E quando fece per richiudere <strong>la</strong> blusa, le or<strong>di</strong>nai, con voce<br />

turbata: «No, resta così! ». Lasciò ricadere le braccia, piegò<br />

<strong>la</strong> testa, abbassò gli occhi, attese, respirando forte, finché le<br />

<strong>di</strong>ssi: «E ora an<strong>di</strong>amo! ». Si riabbottonò, si rialzò, sorridendo<br />

debolmente; io le presi una mano con dolcezza e ci avviammo<br />

verso casa.<br />

«Sai,» ripresi «quando sarò a Madrid non ti scriverò<br />

mai». Feci ancora <strong>di</strong>eci passi, calco<strong>la</strong>ndoli esattamente per<br />

darle <strong>il</strong> tempo <strong>di</strong> scoppiare in pianto. Allora l'abbracciai appassionatamente,<br />

sentendo sulle guance le sue <strong>la</strong>crime roventi,<br />

grosse come nocciole. Nel centro del mio cervello br<strong>il</strong><strong>la</strong>va<br />

un paio <strong>di</strong> forbici aperte. «Lavora, <strong>la</strong>vora, Salvador! » mi <strong>di</strong>cevo<br />

« Perché se è vero che fosti destinato al<strong>la</strong> crudeltà, è anche<br />

vero che sei votato al <strong>la</strong>voro! ».<br />

La <strong>mia</strong> de<strong>di</strong>zione al <strong>la</strong>voro ispirò sempre <strong>il</strong> rispetto generale,<br />

sia che inserissi pietre nelle mie tele, sia che mi de<strong>di</strong>cassi<br />

con cura meticolosa al <strong>di</strong>segno, sia che consumassi giorni<br />

interi nel<strong>la</strong> soluzione <strong>di</strong> un enigma f<strong>il</strong>osofico. Dal momento<br />

in cui mi svegliavo, alle sette del mattino, sino a quando

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!