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la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"

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242 LA MIA VITA SEGRETA<br />

levo simboleggiare che, pur desiderando mangiare lei, mi sarei<br />

limitato alle bistecche. Per le stesse ragioni <strong>di</strong>pinsi me<br />

stesso, a otto anni, con una fetta <strong>di</strong> carne sul capo, che offrivo<br />

a mio padre in sostituzione <strong>di</strong> me stesso.<br />

Le mie realizzazioni commestib<strong>il</strong>i, intestinali, <strong>di</strong>gestive assumevano<br />

un carattere sempre più insistente, e fu allora che<br />

inventai <strong>il</strong> tavolo <strong>di</strong> uova sode, <strong>di</strong> cui vi darò <strong>la</strong> ricetta: fatevi<br />

fare uno stampo <strong>di</strong> tavolo in celluloide, preferib<strong>il</strong>mente in st<strong>il</strong>e<br />

Luigi XV. Versate nello stampo <strong>la</strong> quantità necessaria <strong>di</strong><br />

bianchi d'uovo, e tuffate <strong>il</strong> tutto nell'acqua calda, affinché i<br />

bianchi si rasso<strong>di</strong>no. A questo punto, servendovi <strong>di</strong> cannucce,<br />

sistemate or<strong>di</strong>natamente sul<strong>la</strong> massa i rossi d'uovo. Non<br />

appena <strong>la</strong> consistenza sarà raggiunta, togliete lo stampo, che<br />

potete anche rompere, e sostituitelo con una cornice <strong>di</strong> gusci<br />

d'uovo sbricio<strong>la</strong>ti e amalgamati per mezzo <strong>di</strong> qualche sostanza<br />

resinosa. Infine, levigate con pietra pomice <strong>la</strong> superficie.<br />

Allo stesso modo, e preparando lo stampo necessario, potrete<br />

confezionare una Venere <strong>di</strong> M<strong>il</strong>o interamente <strong>di</strong> uova<br />

sode. 1<br />

Immaginate un uomo vittima <strong>di</strong> una tremenda « sete contenuta»<br />

che esalti <strong>la</strong> sua perversione impedendosi <strong>di</strong> bere<br />

durante un lungo giorno estivo, e che poi, al tramonto, immerga<br />

un cucchiaio nei seni bianchi e duri del<strong>la</strong> Venere, e<br />

scavando estragga un rosso d'uovo ancora liquido, meravigliosamente<br />

br<strong>il</strong><strong>la</strong>nte nel<strong>la</strong> luce dell'ultimo sole.<br />

Io stesso, a Port Lligat, soffrivo sempre una sete da arabo,<br />

forse perché durante l'inverno a Parigi dovevo bere troppo<br />

alcool per vincere così <strong>la</strong> <strong>mia</strong> rinascente timidezza. Un me<strong>di</strong>co<br />

mi aveva prescritto una me<strong>di</strong>cina che avrebbe « cementato»<br />

le pareti del mio stomaco, e così, quando bevevo, mi<br />

sembrava <strong>di</strong> sentir salire, dal mio patio interno, <strong>il</strong> mormorio<br />

dell'Alhambra <strong>di</strong> Granada.<br />

Ero assetato come un arabo, e come un arabo pugnace.<br />

Con Ga<strong>la</strong> mi recai a Barcellona per tenere una conferenza in<br />

un circolo <strong>di</strong> anarchici, tutta brava gente venuta lì con mogli<br />

e figli per ridere alle spalle <strong>di</strong> un piccolo borghese farneticante.<br />

Mi presentai, infatti, così elegante da provocare, al<br />

mio apparire, una salva <strong>di</strong> fischi. I fischi che vennero dopo<br />

ebbero invece ragioni <strong>di</strong>verse: feci, infatti, un'esaltazione del<br />

marchese <strong>di</strong> Sade così violenta e libera, usando parole così<br />

Del<strong>la</strong> Porta, un napoletano <strong>di</strong> origine cata<strong>la</strong>na, vissuto nel se<strong>di</strong>cesimo<br />

secolo, dà nel<strong>la</strong> sua già da me menzionata Magia naturale <strong>la</strong> ricetta per creare<br />

un uovo <strong>di</strong> qualsiasi grandezza.

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