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la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"

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164 LA MIA VITA SEGRETA<br />

conseguenza l'erotismo dev'essere, per me, sor<strong>di</strong>do, l'estetismo<br />

<strong>di</strong>vino, <strong>la</strong> morte meravigliosa.<br />

Mentre le decorazioni interne dei bordelli mi piacevano<br />

immensamente, le ragazze che vi abitavano mi sembravano<br />

del tutto inadeguate. La loro volgarità, <strong>il</strong> loro carattere prosaico<br />

si contrapponevano al prototipo <strong>di</strong> eleganza che costituisce<br />

<strong>la</strong> prima con<strong>di</strong>zione delle mie fantasie libi<strong>di</strong>nose. Condannavo<br />

quelle ragazze, banali anche se talvolta bellissime,<br />

che comparivano a qualsiasi ora in salotto con l'aria <strong>di</strong> aver<br />

appena interrotto, rimpiangendolo, un buon sonno, e ancora<br />

ne masticavano gli ultimi pezzi fra i denti. Ci sarebbe stato un<br />

solo modo per ut<strong>il</strong>izzarle, e nemmeno tutte. Solo quelle che<br />

rappresentavano un convenzionale tipo <strong>di</strong> creo<strong>la</strong>, sempre con<br />

un sorriso animalesco sulle <strong>la</strong>bbra, solo quelle avrebbero potuto<br />

servire da « aiutanti ». Le vere donne bisogna cercarle altrove.<br />

In ogni caso frequentai abbastanza bordelli da saziarmene<br />

per <strong>il</strong> resto del<strong>la</strong> <strong>vita</strong>, e ne trassi una quantità <strong>di</strong> sfon<strong>di</strong><br />

e <strong>di</strong> pretesti tale da arredarmi convenientemente, in meno <strong>di</strong><br />

un minuto, qualsiasi fantasia erotica, anche <strong>la</strong> più estenuante.<br />

Esaurite le visite ai bordelli, andai da Joan Mirò. 1 Facemmo<br />

co<strong>la</strong>zione insieme; fu molto <strong>la</strong>conico, pressoché muto: « Stasera<br />

» mi promise <strong>la</strong>sciandomi « ti presenterò a Marguerite ».<br />

Ero certo che si riferisse al pittore belga René Magritte,<br />

che stimavo come <strong>il</strong> più «misteriosamente equivoco» fra i<br />

pittori del tempo. L'idea che <strong>il</strong> pittore fosse una donna e non<br />

un uomo, come avevo sempre creduto, mi sconvolse e decisi<br />

che, anche se non fosse stata proprio bellissima, me ne sarei<br />

senz'altro innamorato.<br />

«È elegante?» chiesi.<br />

«No, semplice, semplicissima! ».<br />

La <strong>mia</strong> impazienza <strong>di</strong>venne enorme. Semplice o no, l'avrei<br />

condotta allo Chabanais con qualche aspri bianco e nero in<br />

testa. Sì, ne avrei cavato fuori qualcosa <strong>di</strong> buono, non lo dubitavo.<br />

La sera Marguerite venne a prenderci nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Mirò, in rue Tour<strong>la</strong>que. Era una ragazza es<strong>il</strong>issima, con un<br />

piccolo viso mob<strong>il</strong>e, sim<strong>il</strong>e a un teschio nevrastenico. Rinunciai<br />

imme<strong>di</strong>atamente a ogni speranza <strong>di</strong> esperimenti erotici,<br />

Joan Mirò mi ricorda sempre <strong>il</strong> gufo del<strong>la</strong> famosa storia marsigliese. Un<br />

tale promette a un amico <strong>di</strong> portargli, tornando dall'America del Sud, un bel<br />

pappagallo; però se ne <strong>di</strong>mentica, e, giunto a Marsiglia, cattura un gufo, lo<br />

tinge <strong>di</strong> verde, lo rega<strong>la</strong>. Qualche tempo dopo rivede l'amico e gli chiede:<br />

« E <strong>il</strong> mio pappagallo, par<strong>la</strong>? ». « Par<strong>la</strong>re, no. Ma pensa, pensa moltissimo ».

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