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la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"

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160 LA MIA VITA SEGRETA<br />

cerimoniale lungo e complicato che sbalor<strong>di</strong>va gli eventuali<br />

testimoni. Mi piaceva, soprattutto, <strong>di</strong>struggere denaro in questo<br />

modo <strong>di</strong>scutendo, con raffinata avarizia, <strong>il</strong> prezzo <strong>di</strong> una<br />

modesta demi-mondaine, una delle tante donne che vi offrono<br />

anima e corpo, mormorando: « Mi darai quel che vorrai ».<br />

Al<strong>la</strong> fine <strong>di</strong> un anno denso <strong>di</strong> libertinaggio, fui espulso definitivamente<br />

dall'accade<strong>mia</strong>, con un decreto ufficiale, apparso<br />

sul<strong>la</strong> «Gaceta» <strong>il</strong> 20 ottobre 1926, firmato dal re. Ho<br />

già narrato molto fedelmente le ragioni del<strong>la</strong> <strong>mia</strong> cacciata,<br />

nel mio autoritratto aneddotico. Non ne fui affatto stupito,<br />

sapevo che qualsiasi professore, in qualsiasi paese, avrebbe<br />

con<strong>di</strong>viso l'in<strong>di</strong>gnazione dei miei esaminatori. In realtà <strong>il</strong><br />

mio subcosciente desiderava l'espulsione, desiderava <strong>il</strong> <strong>di</strong>stacco<br />

da Madrid, dall'accade<strong>mia</strong>, dal<strong>la</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong>ssipata. Volevo<br />

passare ancora un anno a Figueras, e <strong>la</strong>vorare da solo, per<br />

poi convincere mio padre a <strong>la</strong>sciarmi continuare gli stu<strong>di</strong> in<br />

Francia. A Parigi, con <strong>la</strong> massa <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro che mi sarei potuto<br />

portar <strong>di</strong>etro, avrei conquistato <strong>la</strong> vera potenza.<br />

Ma prima <strong>di</strong> <strong>la</strong>sciare Madrid, volli godermi l'ultima sera,<br />

in perfetta solitu<strong>di</strong>ne. Vagai attraverso cento strade ancora<br />

nuove per me, spremendo, in un estremo pomeriggio, fin<br />

l'ultima goccia del<strong>la</strong> sostanziosa città, dove popolo, aristocrazia<br />

e preistoria non conoscono transizioni. Osso nudo,<br />

vagamente colorato <strong>di</strong> rosa sangue, Madrid mi splendette <strong>di</strong>nanzi,<br />

nell'essenziale e limpida luce d'ottobre. Più tar<strong>di</strong> sedetti<br />

nel mio angolo pred<strong>il</strong>etto, al solito bar, e contrariamente<br />

alle mie abitu<strong>di</strong>ni bevvi semplicemente due whisky. Uscii<br />

però tra gli ultimi, e venni assalito da una vecchia, tremu<strong>la</strong><br />

men<strong>di</strong>cante coperta <strong>di</strong> stracci, che mi perseguitò con le sue<br />

suppliche insistenti. Non le <strong>di</strong>e<strong>di</strong> retta, e proseguii per <strong>la</strong> <strong>mia</strong><br />

strada; all'altezza del<strong>la</strong> Banca <strong>di</strong> Spagna, con quel<strong>la</strong> <strong>di</strong>sgraziata<br />

sempre alle calcagna, mi imbattei in una bellissima giovane<br />

che mi offrì le sue gardenie. Le acquistai tutte, pagandole<br />

cento pesetas, poi mi volsi e le donai al<strong>la</strong> vecchia, che rimase<br />

immob<strong>il</strong>e, impietrita, una vera statua <strong>di</strong> sale.<br />

Mi allontanai, adagio. Quando mi voltai nuovamente vi<strong>di</strong>,<br />

nel chiarore del<strong>la</strong> luna, una picco<strong>la</strong> macchia nera che stringeva<br />

sul ventre una picco<strong>la</strong> macchia bianca, <strong>il</strong> cesto colmo <strong>di</strong><br />

fiori che avevo affidato alle sue mani contorte come viti secche<br />

e coperte <strong>di</strong> piaghe.<br />

Il giorno dopo mi sentii troppo pigro per preparare le valigie,<br />

e me le portai <strong>di</strong>etro interamente vuote. Il mio arrivo a<br />

Figueras costernò <strong>la</strong> <strong>mia</strong> famiglia: espulso e senza una so<strong>la</strong><br />

camicia pulita! Santo cielo, dove sarei andato a finire? Per

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