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la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"

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130 LA MIA VITA SEGRETA<br />

<strong>la</strong>mento. È stab<strong>il</strong>ito, infatti, che bisogna usare un foglio con<br />

le esatte misure <strong>di</strong> Ingres, mentre suo figlio è <strong>il</strong> solo ad aver<br />

collocato nel centro del foglio una figura talmente minusco<strong>la</strong><br />

che lo spazio bianco non può assolutamente venir considerato<br />

un margine! ».<br />

Tanto bastò a turbare terrib<strong>il</strong>mente mio padre. Non sapeva<br />

che cosa consigliarmi: ricominciare tutto da capo, o finire<br />

<strong>il</strong> <strong>di</strong>segno così com'era, facendo del mio meglio? Il problema<br />

lo angosciò durante <strong>la</strong> passeggiata del pomeriggio, durante<br />

lo spettacolo teatrale del<strong>la</strong> sera: « Ce <strong>la</strong> farai? Hai ancora tre<br />

giorni! ».<br />

Io mi <strong>di</strong>vertivo a tormentarlo, però cominciavo a esser<br />

preso dal panico, così l'indomani cancel<strong>la</strong>i completamente<br />

quanto avevo già fatto. Subito rimasi paralizzato dallo spavento<br />

davanti al mio foglio accuratamente ripulito da ogni<br />

traccia <strong>di</strong> matita, mentre i miei compagni stavano già finendo<br />

le ombreggiature. L'indomani avrebbero terminato, de<strong>di</strong>cando<br />

gli ultimi due giorni alle eventuali correzioni. Io, invece,<br />

avevo sprecato una mezz'ora nelle cancel<strong>la</strong>ture, e quando mi<br />

rimisi all'opera, misurando accuratamente tutto secondo <strong>il</strong><br />

rego<strong>la</strong>mento, fui così maldestro da dover cancel<strong>la</strong>re ogni cosa<br />

un'altra volta. All'uscita, ero così pallido che mio padre<br />

capì al volo:<br />

«Che hai fatto?».<br />

«Ho cancel<strong>la</strong>to tutto».<br />

«E come ti viene <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno nuovo? ».<br />

«Nemmeno cominciato. Ho preso le misure, poi ho cancel<strong>la</strong>to.<br />

Non voglio rischiare un altro sbaglio».<br />

«È giusto, ma due ore per prender le misure! Ti restano<br />

due giorni. Ah, non ti avessi mai consigliato <strong>di</strong> cancel<strong>la</strong>re <strong>il</strong><br />

primo ».<br />

Quel<strong>la</strong> sera mio padre non mangiò, pur esortandomi a farlo,<br />

affinché recuperassi le forze. Anche <strong>mia</strong> sorel<strong>la</strong> era sconvolta.<br />

E più tar<strong>di</strong> mio padre mi confessò <strong>di</strong> aver passato<br />

un'altra notte insonne, torturato dal d<strong>il</strong>emma: «Doveva cancel<strong>la</strong>rlo?<br />

Non doveva cancel<strong>la</strong>rlo? ».<br />

Giunse l'indomani. Il Bacco <strong>di</strong> Sansovino era così profondamente<br />

impresso nel mio cervello che mi buttai sul <strong>la</strong>voro<br />

come un lupo affamato. Ma questa volta lo feci troppo grande.<br />

Non c'era rime<strong>di</strong>o, i pie<strong>di</strong> scappavano fuori, colpa ancor<br />

peggiore dei margini troppo <strong>la</strong>rghi. Cancel<strong>la</strong>i <strong>di</strong> nuovo tutto.<br />

Uscendo, vi<strong>di</strong> mio padre cadaverico: «E allora?» chiese<br />

con un sorriso incoraggiante e stravolto.<br />

«Troppo grande».

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