la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"
la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"
la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
PARTE SECONDA 18 5<br />
ciproca costrizione, e pareva volessimo stroncare, con <strong>la</strong> violenza<br />
fisica delle passeggiate, <strong>il</strong> groviglio dei nostri sentimenti<br />
repressi. Ma non si può dominare con <strong>la</strong> stanchezza anche<br />
lo spirito! Non sfinimento, non logorio, non esausta pace per<br />
lo spirito o per <strong>il</strong> corpo finché gli istinti rimangono crudelmente<br />
insod<strong>di</strong>sfatti! Sarebbe stato curioso vederci durante le<br />
nostre passeggiate, noi, i due pazzi! Talvolta mi buttavo in<br />
terra e baciavo <strong>di</strong>speratamente le scarpe <strong>di</strong> Ga<strong>la</strong>. Quali furori<br />
segreti potevano conferire al mio rimorso <strong>la</strong> forma <strong>di</strong> una<br />
così scatenata um<strong>il</strong>iazione?<br />
Una sera Ga<strong>la</strong> vomitò a due riprese, e fu colta da penose<br />
convulsioni. Erano fenomeni nevrogenici, e mi spiegò che si<br />
rial<strong>la</strong>cciavano a una lunga ma<strong>la</strong>ttia psichica sofferta durante<br />
l'adolescenza. Ga<strong>la</strong> del resto vomitò soltanto poche st<strong>il</strong>le <strong>di</strong><br />
b<strong>il</strong>e, chiare come <strong>il</strong> suo spirito, <strong>di</strong> un dolce color miele.<br />
Io cominciavo allora a <strong>di</strong>pingere ^adattamento dei desideri.<br />
I desideri avevano terrificanti teste <strong>di</strong> leone.<br />
«Presto saprai cosa voglio da te» ripeteva Ga<strong>la</strong>.<br />
E io immaginavo che le sue volontà non dovessero <strong>di</strong>fferire<br />
dalle mie teste <strong>di</strong> leone, e mi preparavo, con atroci fantasie,<br />
ad accettare qualsiasi rive<strong>la</strong>zione con fermezza. Ma non<br />
insistevo mai perché Ga<strong>la</strong> mi rive<strong>la</strong>sse i suoi pensieri. Aspettavo,<br />
come si aspetta un'irrevocab<strong>il</strong>e sentenza. Mai, fino ad<br />
allora, avevo veramente «fatto all'amore»: mi sembrava un<br />
impegno tremendo, del tutto superiore alle mie forze fisiche,<br />
«non adatto a me». Approfittavo <strong>di</strong> tutte le possib<strong>il</strong>i occasioni<br />
per ripetere a Ga<strong>la</strong>, con un tono ossessionante che doveva<br />
irritar<strong>la</strong>: «Soprattutto, ricordati, abbiamo giurato <strong>di</strong><br />
non farci mai male vicendevolmente! ».<br />
Così si prolungava <strong>il</strong> nostro id<strong>il</strong>lio. Si era già in settembre,<br />
gli amici erano tornati a Parigi, e con loro Eluard. Ga<strong>la</strong> soltanto<br />
rimaneva a Cadaqués e, a ogni nuovo incontro, sembrava<br />
ci promettessimo scambievolmente: «Dobbiamo far<strong>la</strong><br />
finita! ». Già le colline si rimandavano l'eco dei fuc<strong>il</strong>i che i<br />
cacciatori scaricavano lontano. Ai morbi<strong>di</strong>, sereni, esasperati<br />
cieli dell'agosto succedevano i lunghi crepuscoli autunnali,<br />
densi <strong>di</strong> nuvole mature, e <strong>la</strong> nostra passione era sim<strong>il</strong>e al<strong>la</strong><br />
st<strong>il</strong><strong>la</strong>nte, succosa vendem<strong>mia</strong>.<br />
Seduta sopra una roccia, Ga<strong>la</strong> mangiava uva nera, e ogni<br />
chicco sembrava render<strong>la</strong> più bel<strong>la</strong>. E, lungo <strong>il</strong> corso <strong>di</strong> pomeriggi<br />
aureo<strong>la</strong>ti <strong>di</strong> s<strong>il</strong>enzio, io sentivo Ga<strong>la</strong> farsi più dolce,<br />
come più dolci si facevano le viti cariche <strong>di</strong> grappoli. Anche<br />
<strong>il</strong> corpo <strong>di</strong> Ga<strong>la</strong> aveva assunto <strong>la</strong> carnosa consistenza del moscato<br />
d'oro. «Domani? » pensavamo insieme. E io le portavo