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la mia vita segreta - il portale di "rodoni.ch"

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212 LA MIA VITA SEGRETA<br />

inferiori, che caddero quand'erano da <strong>la</strong>tte e non furono mai<br />

sostituiti. E poi altri denti, nei luoghi più impensati...<br />

E immaginando <strong>il</strong> mio teschio accanto a quello <strong>di</strong> Ga<strong>la</strong>, ne<br />

vi<strong>di</strong> tutto l'orrore: non soltanto i miei denti sono un caos, ma<br />

<strong>il</strong> mento, pochissimo pronunciato, si oppone al deciso sv<strong>il</strong>uppo<br />

delle arcate sopracc<strong>il</strong>iari che, prive allora <strong>di</strong> pup<strong>il</strong>le,<br />

sarebbero state anche più ansiose <strong>di</strong> quanto ora non siano. E<br />

infine, non riuscivo a immaginare <strong>il</strong> mio teschio bianco; sarà<br />

sempre giallo, putrefatto, sim<strong>il</strong>e al<strong>la</strong> terra troppo concimata,<br />

mentre quello <strong>di</strong> Ga<strong>la</strong>, l'ho già detto, bianchissimo e quasi<br />

azzurrino, avrà <strong>la</strong> lucentezza dei lisci, trasparenti, preziosi<br />

ciottoli che sua madre raccolse, per lei, sulle rive del Mar Nero,<br />

e che oggi riposano in una scatoletta imbottita <strong>di</strong> ovatta.<br />

Pensavo al funerale <strong>di</strong> Ga<strong>la</strong> e al mio, sepolti insieme, <strong>la</strong><br />

mano nel<strong>la</strong> mano, ed ecco che <strong>il</strong> capo <strong>di</strong> Ga<strong>la</strong>, appesantito<br />

dal sonno, mi cadde in grembo. Lo rialzai, lo appoggiai al<strong>la</strong><br />

<strong>mia</strong> spal<strong>la</strong>, già indolenzita dallo sforzo. Di fronte a noi, av<strong>vita</strong>ti<br />

sul corpo <strong>di</strong> viaggiatori anonimi, altri crani sobbalzavano<br />

secondo le scosse del treno, e le mosche ci sgambettavano sopra<br />

tranqu<strong>il</strong><strong>la</strong>mente. Arrivammo a Ma<strong>la</strong>ga in un treno affol<strong>la</strong>to<br />

da gente «morta <strong>di</strong> sonno».<br />

Una calura africana già dominava l'Andalusia, con spettrale,<br />

sovrana, suprema maestà. Inciso a lettere <strong>di</strong> fuoco sul<strong>la</strong><br />

superficie liscia e compatta del cielo, lessi chiaramente l'aral<strong>di</strong>co<br />

motto: «Qui <strong>il</strong> caldo è re». Il nostro autista, per svegliare<br />

un facchino addormentato in un angolo, lo colpì a più

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