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Sangue dal cielo - Sardegna Cultura

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versi perfetti si sono cubati chissà in quale angolo della<br />

mia testa e non ne sono più usciti. Nessun rimpianto:<br />

non erano perfetti, evidentemente.<br />

Forse il mio compito, e di quelli come me, è proprio<br />

di pensare al modo giusto per attraversare questo ponte,<br />

guardando avanti senza timori, con fiducia. Pensando<br />

al passato, remoto o recente che sia, come a un<br />

apparato in cui vale la pena di discernere quanto ci fortifica<br />

e quanto ci indebolisce. Pensando che anche la<br />

scrittura è ancella della parola, che le parole come le<br />

note di Orfeo possono ammansire le bestie. Quelle<br />

dette.<br />

– Ci vuole un atto ufficiale, – decretò Poli. – Ci facciamo<br />

firmare un mandato e a Predas… Arbas ci andiamo<br />

insieme.<br />

Mi venne da ridere. Poli mi guardò con disappunto.<br />

– Stavo pensando a Cristoforo Colombo… – provai<br />

a scusarmi. – A una frase che mi ha sempre fatto ridere.<br />

Anche se in fondo è triste. L’ha scritta al re di Spagna<br />

<strong>dal</strong>le Indie o America che fosse. – Poli mi guardò<br />

come si guarda un malato di mente. – Riguarda il parlare,<br />

– dissi seguendo un discorso tutto mio. – Il potere<br />

del linguaggio. E la dice lunga su come si comportano<br />

le culture di conquista. Vuole sentirla? – domandai come<br />

rendendomi conto solo in quell’istante che non stavo<br />

parlando da solo.<br />

Poli non sapeva cosa rispondere e io del resto non gli<br />

lasciai il tempo di rispondere.<br />

114<br />

– Aveva trovato gli indigeni, – attaccai. – E pensò bene<br />

che valeva la pena di caricarli su una caravella in<br />

partenza per la Spagna per farli vedere al re. Sicché cominciò<br />

ad avere dei dubbi perché gli indigeni in questione<br />

non sapevano una parola di spagnolo e questo<br />

poteva risultare offensivo non solo nei riguardi del sovrano,<br />

ma di tutta la cultura, l’unica cultura che esso<br />

incarnava. I tempi erano stretti e Colombo si rese conto<br />

ben presto che non sarebbe riuscito a insegnare nulla<br />

a quei selvaggi. Così si mise allo scrittoio e spedì una<br />

missiva che diceva pressappoco così: A Nostro Signore<br />

piacendo, al momento della partenza io porterò sei di<br />

questi uomini alle Vostre Altezze, così che possano imparare<br />

a parlare. – Risi di gusto.<br />

Il maresciallo Poli aggrottò le sopracciglia. Poi tentò<br />

un sorriso.<br />

– Capisce? – incalzai. – Non ha detto: così che possano<br />

imparare a parlare lo spagnolo; ha detto così: che<br />

possano imparare a parlare.<br />

– E questo cosa vorrebbe dire esattamente? – mi<br />

freddò il maresciallo.<br />

– Niente, niente… – mi arresi.<br />

Che siamo uomini su questa terra. Volevo dire esattamente.<br />

Che <strong>dal</strong>le nostre parti ha ragione chi usa le parole<br />

giuste, non chi le grida più forte. Né, tantomeno, chi<br />

le appende ai crocicchi stampate col piombo.<br />

Le parole hanno costruito ogni singolo meccanismo<br />

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