Sangue dal cielo - Sardegna Cultura
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che ore, pioggia o non pioggia, al tribunale ci sarebbe<br />
stata un’udienza, e la visita <strong>dal</strong> procuratore fresco di<br />
nomina, e il ricevimento degli assistiti e dei loro parenti.<br />
E poi ci sarebbe stato… il dottore.<br />
Feci un rapido elenco di quelli che potevano essermi<br />
utili. Scartabellai una pila di appunti: periti, periti. Ecco:<br />
Causa Moledda Maria… Professor Puligheddu Priamo.<br />
E decisi per Puligheddu, se non ne sapeva qualcosa<br />
lui… Il professor Puligheddu da Oliena, con una<br />
chiara fama di esperto alienista. Gli avrei chiesto un appuntamento<br />
per la mattina dopo, alle undici.<br />
– La prima cosa che faccio domattina è mandare un<br />
cancelliere al suo studio per chiedergli un incontro, –<br />
dissi a me stesso.<br />
La notte, fuori, rideva e tartagliava e la luna se la godeva<br />
di nascosto occultata <strong>dal</strong> manto di panno luttuoso<br />
delle nuvole; bella come sempre, o forse più che<br />
mai, per conto suo, senza nessuno che le volgesse la<br />
faccia contro, a sognare, a maledire, a cantare, ad ammorare.<br />
Allora mi misi allo scrittoio, ma <strong>dal</strong> crocchio del pennino<br />
sul foglio spesso non veniva nulla di buono: tutte<br />
cose senza cuore. Cose da adolescente con l’animo più<br />
volenteroso della mano e il pensiero troppo veloce per<br />
la penna.<br />
Di lacrime e ricordi questo solo decisi di tenere di tutte<br />
le inutilità che avevo scritto. Di lacrime e ricordi:<br />
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che forse avrebbe aperto un’ode, forse l’avrebbe chiusa,<br />
forse se ne sarebbe stata in mezzo a qualcun’altra<br />
come frase casuale ed efficace.<br />
I ricordi c’erano: uno per tutti: quando ero bambino<br />
mia madre raccontava che un angelo in <strong>cielo</strong> avrebbe<br />
pianto per ogni mia disobbedienza: c’erano pure le lacrime<br />
dunque. Ricordi e lacrime. E il cerchio si chiudeva…<br />
* * *<br />
La pendola sul comò disse che era mattina con sei<br />
rintocchi.<br />
Un’alba che faticava a sbocciare sussurrava che era<br />
cambiato il vento.<br />
Toc. Ora <strong>dal</strong> <strong>cielo</strong> pioveva un’acqua rossastra, come<br />
lo scolo rugginoso del barile dove il fabbro immergeva<br />
il ferro incandescente.<br />
Toc. Ora il terreno era tutto uno sciroppo di amarene<br />
spappolate e chi ci credeva avrebbe fatto bene a regolare<br />
i conti col suo Dio: che quello era l’ultimo giorno<br />
dell’umanità, altro che fine del Diluvio!<br />
Toc. Camminavo col sangue fino alle caviglie ed era<br />
uno scivolare senza controllo. Un avanzare con fatica,<br />
mentre le nubi velavano le montagne e ornavano le<br />
colline come una cucchiaiata di panna montata sulla<br />
fetta di torta.<br />
Toc. E il sole come una fragola sciroppata scolava il<br />
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