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Sangue dal cielo - Sardegna Cultura

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lei lo conosceva, anche se mi pare di aver inteso che ne<br />

parla come di uno sconosciuto.<br />

Il viso del tenente si fece improvvisamente purpureo.<br />

– Che cosa vuol dire con questo? – urlò quasi. – Si<br />

trattava di un paziente e persona <strong>dal</strong>la psiche piuttosto<br />

alterata, se mi è permesso. Quello semmai è stato un<br />

elemento in più a convincermi di un omicidio! E comunque<br />

non ho l’abitudine di discutere dei miei pazienti!<br />

– Neanche di quelli morti?<br />

– Neanche di quelli.<br />

– A me basta sapere se lei aveva per così dire intrattenuto<br />

dei contatti col mio assistito anche dopo la visita<br />

in cui fu scartato. Fu lei a scartarlo per l’esercito, non è<br />

vero?<br />

– È vero. Era ai limiti dei requisiti e presentava forme<br />

evidenti di disturbo psichico. Per il resto la risposta è<br />

no. Non l’avevo più rivisto dopo la visita se non qualche<br />

mese fa davanti a quel cadavere.<br />

– Mai più? – domandai guardando una serie di quattro<br />

Ulàni, uno dei quali solo sbozzato, non ancora colorati,<br />

esposti in bella mostra in una vetrina per medicinali.<br />

– Dove vuole arrivare? – Il tenente era diventato afono.<br />

– Voglio arrivare a una cella della Rotonda dove è rinchiuso<br />

un ragazzo disperato che non ha fatto nulla che<br />

giustifichi la sua detenzione; disturbato certo, come di-<br />

142<br />

ce lei… Un ragazzo che ha ricevuto promesse che non<br />

sono state mantenute… E… attenzioni a cui non ha<br />

potuto opporsi. E che poi è stato ucciso da qualcuno<br />

che poteva entrare in carcere senza firmare il registro<br />

delle visite.<br />

– Ucciso? – Ora il tenente si era fatto piccolo piccolo.<br />

– Lei è pazzo! Mi rivolgerò in alto, molto in alto!<br />

– Faccia pure, correrò il rischio, ma non è detto che<br />

il generale Manunzio possa fare ancora qualcosa per<br />

lei.<br />

Il tenente si lasciò andare su una sedia come un sacco<br />

vuoto. – Va bene! Gli ho portato un coltello in cella e<br />

del legno perché facesse i suoi soldatini, mi aveva promesso<br />

che avrebbe lavorato di notte. Certo mi faceva<br />

pena, era un caso che mi aveva colpito.<br />

– Colpito… – ripetei. – E così lo andava a visitare in<br />

carcere.<br />

– Non ho detto questo! Ci andai quella volta per il<br />

coltello.<br />

– E non ci andò diciamo la sera prima che Filippo<br />

Tanchis morisse?<br />

– No! Non ci sono più andato ho detto!<br />

– E a Predas Arbas? Prima dell’omicidio non andò a<br />

Predas Arbas? Il fratello è disposto a testimoniare che<br />

ci andò…<br />

Il tenente affrontò la grandine di domande tappandosi<br />

le orecchie.<br />

– Che cosa accadde a Predas Arbas? – Dovevo far te-<br />

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