Sangue dal cielo - Sardegna Cultura

no considerate! Che cosa siamo diventati: una colonia
da civilizzare?…
Tzia Mena venne a interromperci. – Oggi c’abbiamo
maccarrones de busa o il minestrone, se lo volete, e
cinghiale in umido e sartitza arrosto, – disse appoggiando
sul tavolo mezze lune di pane carasau.
Maccarrones de busa e cinghiale per tutti e due. La
vecchia si ritirò con un gesto di approvazione: il locale
cominciava a riempirsi un po’ troppo e questo la metteva
in ambasce.
– L’Italia è una nazione ancora troppo giovane: deve
passare il suo tempo prima che riusciamo a parlare la
stessa lingua. E non mi riferisco al linguaggio in se stesso,
mi riferisco a quella cultura che, nel bene o nel male,
è un nostro patrimonio comune. Non avevamo mica
l’anello al naso quando l’hanno fatta quest’Italia!
Questo dico: ci lascino il tempo di stabilire come vogliamo
starci in questa nazione. Penso che saremmo
italiani migliori se ci fosse permesso di entrarci da Sardi
in questa nazione.
– Sì, ma non possiamo pretendere leggi speciali o un
ordinamento particolare solo perché noi non siamo
pronti…
– Questo non lo accetto! Non ne hanno fatte abbastanza
di leggi speciali? Altroché se ne hanno fatte!
Tutte per noi le hanno fatte! E tutte per punire! Le
abbiamo viste lo scorso maggio in azione le leggi speciali!
Arresti in massa. Quanti erano gli arrestati?
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Quattrocento? Perquisizioni arbitrarie; bambini e
persino donne incinte tirati giù dal letto, ammassati
sul sagrato! Tutti delinquenti, tutti colpevoli! Molto,
molto speciali queste leggi! Ma queste cose le conosci
benissimo!
– Certo che le conosco e sarei d’accordo con te se la
maggior parte dei miei assistiti non fosse stata colpevole!
Il nuovo procuratore ci prova come può: è possibile
che veramente un gruppo di avvocati meno compromessi
con la cultura del luogo riesca a lavorare con più
obiettività…
– Non discuto il principio. Non dico che non dovrà
essere così. Dico che ci vuole il suo tempo e che ci vuole
rispetto. L’unico risultato del nostro procuratore è
che a Tempio non hanno mai avuto tanti latitanti e il
tribunale è paralizzato da una sfilza di domande di trasferimento
per il continente dell’intero gruppo di questi
meno compromessi… E la gente se poco ci credeva
nella Giustizia… Lasciamo perdere… Era un posto
tranquillo… E ora ce lo ciucciamo noi, il pulitore! –
conclusi guardando Giovannino Marongiu negli occhi.
– Comunque non è di questo che volevo parlarti…
– … Filippo Tanchis, – completò Marongiu.
Accennai di sì.
– Com’è che ci tieni tanto a questo caso?
– Ci tengo perché non è colpevole.
– Guarda Bustianu, ti sorprenderò, ma se te lo prendi
a mano questo caso mi fai solo un favore: l’ho incon-
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