Sangue dal cielo - Sardegna Cultura
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Entrai nel ristorante con lo stesso sollievo di un naufrago<br />
che venisse tratto in salvo dopo una tempesta<br />
che aveva distrutto la sua barca.<br />
C’era caldo. Caldo <strong>dal</strong>le cucine. Caldo <strong>dal</strong>la pesante<br />
stufa di terracotta che andava a tutto regime nel centro<br />
della sala da pranzo.<br />
Tzia Mena preparò il tavolo alla buona. – Aspetto<br />
una persona, – dissi vedendo che assettava un solo coperto.<br />
– Dovrebbe arrivare a momenti anche l’avvocato<br />
Marongiu. Oh, tzia Mè, guardate di non farglielo<br />
nemmeno vedere il conto, poi ci arrangiamo noi, cumpresu?<br />
– S’abbocà, come vi va bene a voi. Capito: il conto ve<br />
lo devo portare a voi.<br />
– Proprio così. Anche se lui insiste per pagare.<br />
– Eja, eja: capito così.<br />
– Vino buono cosa c’avete?<br />
– Jerzu, Mandrolisai, ma c’ho anche il vino nuovo di<br />
Marreri che non ce n’è altro come quello.<br />
– E vada per il Marreri allora, è di quello di Chicchitto<br />
Secchi?<br />
– È di quello. Quest’anno è venuto una meraviglia.<br />
Giovannino Marongiu entrò in quel momento nel<br />
locale. – Maledetta pioggia, – sibilò. – Dovevo andare<br />
a Orune stamattina, ma non c’è stato verso di passare,<br />
– aggiunse togliendosi il cappello. – Sei andato alla festa<br />
di benvenuto? – mi domandò cavandosi il pastrano<br />
e cercando un posto per appoggiarlo.<br />
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– Per carità che benvenuto! Lasciamo perdere! Tante<br />
ne abbiamo già viste di queste cose.<br />
– Mh, sembra uno di polso… – commentò riferendosi<br />
al neoinsediato procuratore.<br />
– Ma quale polso e polso: ne ha fatte di più lui a Tempio<br />
che Carlo in Francia, – m’infervorai mentre Marongiu<br />
si metteva a sedere. – Dice che si è messo a fare<br />
pulizia: mi smobilita tutto l’ufficio della Pubblica Accusa,<br />
tutto compromesso; si lamenta se i difensori tentano<br />
accordi, si servono di informatori, accedono agli<br />
atti collaterali… E si fa carico della indispensabile<br />
obiettività favorendo l’ingresso dei continentali nei<br />
posti chiave. Insomma, non ha capito un accidente…<br />
– Beh, niente di nuovo…<br />
– Dai Giovannì, lo sai che non è così; lo sai che il fine<br />
ultimo di tutta questa operazione è condannare, fare<br />
opera di facciata e chi ci finisce in mezzo ci finisce in<br />
mezzo. Non è che questi continentali abbiano portato<br />
delle novità: le assoluzioni sono sempre di chi se le può<br />
pagare. Solo non conoscono l’ambiente in cui lavorano<br />
e ragionano come se un posto valesse l’altro.<br />
– Non ti facevo così sardista Bustià!<br />
– Ma no! Cosa c’entra, che cos’hai capito? Mica ce<br />
l’ho con i continentali! Ma penso che tutta questa<br />
manfrina finisca solo per assodare il concetto che i nostri<br />
difesi siano colpevoli comunque! Questo volevo<br />
dire: almeno con i colleghi del posto è possibile parlare<br />
la stessa lingua: insomma abbiamo peculiarità che van-<br />
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