Sangue dal cielo - Sardegna Cultura

della nostra società: noi con le nostre parole abbiamo
costruito civiltà di pietra levigata e codici universali.
Non a parole. La scrittura è arrivata dopo dalle stive
delle navi fenice o romane. Ed era scandalosa. Unica e
scandalosa.
Poli queste cose non poteva saperle, da dove viene
lui chi non sa scrivere è semplicemente un analfabeta.
Da dove viene lui la scrittura ha un valore imperativo.
Ed è garanzia di civiltà. Appunto.
– Ci vuole un atto ufficiale, – mi disse dunque il maresciallo
Poli. – Non faccia quello che sta pensando di
fare. Non lo faccia, perché se andrà a… Predas… Arbas,
– incespicò nel pronunciare quel toponimo, – a
parlare con Ruggero Tanchis, senza una copertura legale,
io non potrò aiutarla. Mi spiego?
Alzai le spalle. – Sono pur sempre l’avvocato di suo
fratello. E poi voglio solo parlargli, non mi occorrono
carte per questo, lo sa lui e lo so io. Non mi succederà
niente.
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Camminavo curvo come sotto a un fascio di legna. La
campagna fuori dal paese mi salutò come poteva tutta
intenta a ingoiare sangue. Il cielo mi crollava sulla testa.
Lo sentivo sul cappello in quel pomeriggio di notte
precoce in cui decisi. Non volevo, non potevo abbandonare.
Nonostante le raccomandazioni e i timori del
maresciallo Poli. Sarebbe stato come ammettere che
avevano ragione tutti quelli che pensano che le cose
vanno come debbono andare. E io non l’ho mai pensata
in questo modo. Che ho sempre pensato alla forza
della Ragione come l’unica arma che sapessi maneggiare
con destrezza. E forse è per questo che ho abbracciato
la Musa.
Comunque decisi di proseguire. A tutti i costi.
C’erano questioni importanti che non tornavano. E
questo non potevo sopportarlo. Dovevo capire come
la strada di un delatore, faccendiere, usuraio avesse incrociato
quella di un ragazzo qualunque che non era
quasi mai uscito di casa. Dovevo dare un movente a un
omicidio senza movente. E, per essere completamente
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