Don Ennio Innocenti - Sindacato Libero Scrittori Italiani
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UN PRETE ROMANO<br />
di P. Giandomenico Mucci S. J.<br />
già docente di Filosofia e Teologia, scrittore di “La Civiltà Cattolica”<br />
Conosco e apprezzo don <strong>Ennio</strong> <strong>Innocenti</strong> da molti anni. Seguo<br />
da anni la sua attività di scrittore e di giornalista dai molteplici interessi.<br />
E mi sembra che, a voler ridurre a unità questa molteplicità, bisogna<br />
rifarsi all’angolo visuale che a me sembra il suo proprio: la cultura<br />
dominante in Occidente e in Italia, tanto colta nei suoi maggiori autori<br />
e nella sua involuta complessità quanto nel riverbero che essa manda<br />
in larga misura sulla cultura espressa dalla Chiesa e, in generale, sul<br />
mondo ecclesiastico. Viene di qui quella caratteristica della pagina<br />
dell’<strong>Innocenti</strong>, voce libera e quasi isolata nell’uniforme panorama italiano,<br />
voce critica legata com’è fedelmente ai valori della tradizione<br />
cattolica, particolarmente critica verso le conclusioni, le deduzioni e gli<br />
arbitri che molti, in nome di un presunto inesistente «metaconcilio»<br />
,hanno tratto dai Documenti del Vaticano II.<br />
Perciò stesso l’attività pubblicistica dell’<strong>Innocenti</strong>, sia che si<br />
volga a tematiche teologiche, spirituali e religiose, sia che affronti problematiche<br />
morali e politiche, sia che contesti la legittimità e l’opportunità<br />
di certi indirizzi ecclesiastici, suppone quel fenomeno di vasta<br />
portata che va ormai sotto la formula di «crollo dei grandi racconti».<br />
Nel linguaggio culturale corrente si allude al crollo della credibilità<br />
dell’hegelismo, del marxismo e del cristianesimo.<br />
Più chiaramente, si allude, con quella formula, al crollo del mito<br />
illuministico. Gli ultimi due secoli hanno ampiamente e dolorosamente<br />
smentito i due principali «dogmi» sui quali quel mito poggiava:<br />
l’uomo sarà infallibilmente «liberato» dalle sue «superstizioni» religiose<br />
per mezzo della scienza onnipervasiva e il progresso umano<br />
sarà trionfalmente indefinito. E invece la ragione, pura e pratica, si è<br />
ritrovata insidiata dal nichilismo ossia dalla incapacità di attingere