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Don Ennio Innocenti - Sindacato Libero Scrittori Italiani

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LA CROCE E LA SPADA 61<br />

Albertano da Brescia. Dilemma risolto poco dopo da Guittone<br />

d’Arezzo a favore della vita activa.<br />

La vocazione dell’uomo è terrena, scrisse Franco Sacchetti e<br />

ribadì Coluccio Salutati la cui difesa della vita activa o negociosa è un<br />

grande contributo alla codificazione dei valori umanistici. Con acutezza<br />

di pensiero superiore a quella dello Steele citato ed elogiato da<br />

Tawney, l’umanista toscano si domanda se si possa veramente pensare<br />

che al Signore sia stato più caro Paolo (solitario ed inattivo) del<br />

laborioso Abramo.<br />

Che anche la terrena esistenza operosa sia una «vocazione» (l’enfatizzato<br />

ed abusato “beruf” protestantico) fu concetto saldo del pensiero<br />

di Salutati il quale in molteplici occasioni ebbe a sostenere che<br />

«consacrarsi [si colga il significato “religioso” del verbo il cui sinonimo<br />

è «votarsi»] onestamente ad oneste attività può essere cosa più santa<br />

che non vivere in ozio nella solitudine. Poiché la santità raggiunta con<br />

una vita rustica giova soltanto a se stessa, come dice san Girolamo. Ma<br />

la santità della vita operosa innalza l’esistenza di molti».<br />

Glossando la pagina del “suo” Steele, Heilbroner scrive che il<br />

lavoro idealizzato dallo scrittore protestante del Seicento è una «specie<br />

di disciplina ascetica, più rigorosa di quella imposta da qualsiasi ordine<br />

mendicante», che «non deve essere esercitata in solitudine», bensì<br />

«eseguendo puntualmente i doveri sociali». Forse che medesimo concetto<br />

non era stato formulato duecento anni prima da Coluccio Salutati?<br />

Oso dire che il pensiero del Cancelliere fiorentino valorizza l’uomo<br />

laborioso più di quanto facciano Calvino ed i calvinisti di Weber,<br />

Tawney, Heilbroner & C., per la ragione che mentre per l’umanista la<br />

scelta della vita activa è la conseguenza dell’autonomia dell’individuo,<br />

della sua libertà cosciente, per i riformatori è indicazione esterna, eteronoma,<br />

per quanto la si voglia giudicare elevata e nobile.<br />

Da Albertano da Brescia a Coluccio Salutati a Leonardo Bruni a<br />

Leon Battista Alberti a Lorenzo Valla, lungo il corso di due secoli ed<br />

oltre, il valore della vita activa fu espresso con termini esaltanti la virtù<br />

umana del facere.<br />

Chi abbia letto le bellissime pagine di Giannozzo Manetti sa che<br />

non bisogna aspettare il filosofo britannico John Locke, al quale sir<br />

Eric Roll sciovinisticamente attribuisce il merito della vittoria sul<br />

medio evo, per sapere che la creazione «lasciata a se stessa è incompleta».

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