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Don Ennio Innocenti - Sindacato Libero Scrittori Italiani

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LA CROCE E LA SPADA 213<br />

2. Ho avuto l’onore di insegnare, al di là delle strutture scolastiche,<br />

attraverso riviste, quotidiani, radio e televisione.<br />

Da tempo vari santi avevano capito l’urgenza di adoperare questi<br />

mezzi, vari papi ne avevano preconizzato l’uso. Adesso anche i vescovi<br />

italiani ritengono la comunicazione mediatica una dimensione<br />

essenziale e non solo un settore della pastorale.<br />

È la parola umana in se stessa un limite e un rischio; i mezzi<br />

espressivi moderni non aggravano di molto il rischio. C’è un invecchiamento<br />

del linguaggio che sollecita il rinnovamento, c’è un’inevitabile<br />

tensione fra il vecchio e il nuovo che deve garantire un’apprezzabile<br />

continuità per garantire l’intesa e la fraternità, c’è sempre il<br />

rischio del materialismo, specialmente – è vero – quando le grandi<br />

verità devono adattarsi alla mediazione dei linguaggi proporzionati<br />

alla comunicazione di massa.<br />

Io ho sempre diminuito il rischio facendo rivedere i miei testi<br />

scritti da specialisti laici la cui riconosciuta competenza professionale<br />

si coniugava con aperta professione di fede cattolica. Non facevo, così,<br />

che continuare il metodo d’intesa poc’anzi motivato a livello più alto<br />

e che mi ha sempre protetto dalle accuse di clericalismo, vizio mentale<br />

e culturale, prima che politico.<br />

L’altra garanzia era etica, sapendo che non potevo contentare l’editore,<br />

il direttore, il pubblico oltre certi limiti, i limiti che aprivano<br />

all’equivoco. Certamente questo mi ha chiuso delle porte, mi ha fatto<br />

perdere tribune anche importanti.<br />

Alla fine interviene anche il limite della consapevolezza autocritica:<br />

l’avanzare dell’età comporta un degrado anche visibile, osservabile<br />

in vari protagonisti del video, specialmente ecclesiastici.<br />

È una grazia accorgersi in tempo, anche facendo tesoro dell’esperienza<br />

altrui, e quindi fare tempestivamente un passo indietro.<br />

Proprio questo mi ha indotto a non accettare le insistenze di Mauro<br />

Mazza.<br />

Nessuno è necessario. Bisogna offrirsi in semplicità e in oblio di<br />

sé. Quando si dubita, per qualche motivo, di se stessi, allora si è divisi<br />

nel pensiero e perciò anche deboli. Riprendendo l’immagine adoperata<br />

da Sermonti, dirò che non l’inconscio suggerisce l’infallibilità<br />

della risposta tennista al campione, bensì la perfetta semplicità della<br />

concentrazione della coscienza allenata sull’unico oggetto prescelto<br />

dall’attenzione. Lo schermitore deve avere gli occhi solo sulla lama.

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