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Don Ennio Innocenti - Sindacato Libero Scrittori Italiani

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LA CROCEELASPADA 211<br />

CONCLUSIONI<br />

di <strong>Ennio</strong> <strong>Innocenti</strong><br />

Ho anzitutto il dovere di offrire anch’io un modesto contributo ai<br />

temi studiati dagli illustri relatori che mi hanno preceduto.<br />

1. L’essere stato per tanti anni parola ha comportato in chi ancora<br />

vi parla un costante ripensamento dei fondamenti, anche metafisici e<br />

teologici, di questa scelta così fiduciosa.<br />

Il primo fondamento è dato dalla percezione che l’essere, ogni<br />

essere, svelandosi alla percezione parla, e soprattutto parla, attraverso<br />

gli esseri, l’Essere Primo che è la fonte, evidentemente amorosa, di<br />

tutti gli altri a Lui sicuramente somiglianti. Fin dal liceo, alla scuola di<br />

Dionigi commentato dall’Aquinate, ho sempre ripudiato una teologia<br />

solo negativa, ho sempre coniugato simultaneamente le tre vie della<br />

negazione, affermazione e sovraeminenza sicché tutto l’universo<br />

degli esseri mi è sempre apparso sinfonico di voci che s’intendevano,<br />

armoniche nella suprema parola adeguatamente espressiva della<br />

Fonte, autodefinitasi appunto Verbo. Questo Supremo Verbo, poi,<br />

assunta l’umanità e definitosi Maestro ha incoraggiato i suoi amici a<br />

fidare nella comunicazione: ammaestrate ogni uomo di ogni tempo e di<br />

ogni luogo: io sarò con voi e lo Spirito che intende ogni voce sarà con<br />

voi e farete l’unità di ognuno e di tutti con Me.<br />

Questo è il primo fondamento, accessibile ad ognuno, della fiducia<br />

nella parola, fiducia che è confortata dalla coscienza permanente<br />

degli amici del Verbo Incarnato, la coscienza dell’ineludibile dovere<br />

di trasmettere il Verbo recepito. La ribadiva recentemente il Consiglio<br />

Episcopale Permanente della CEI (8/6/2003) inequivocabilmente:<br />

“Comunicare il Vangelo è per la Chiesa, il compito primario e fondamentale;<br />

è la grazia più grande e la sua più vera e intima identità”.<br />

Cresciuto in questa confortante consapevolezza ecclesiale,<br />

anch’io ho avuto la fiducia e l’onore di rifrangere il significato del<br />

verbo evangelico, dando un esempio del tutto speciale (singolare,<br />

come riconobbe La Civiltà Cattolica) perché il filtro del commento<br />

evangelico da me proposto risultava dall’osmosi di due coscienze in

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