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Don Ennio Innocenti - Sindacato Libero Scrittori Italiani

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LA CROCE E LA SPADA 205<br />

non una certa qual nostalgia dell’Assoluto, bensì la decisa obbedienza<br />

alla rivelazione dell’Assoluto”. Parole roventi, da cavaliere senza<br />

macchia e senza paura, che nella militia Christi esercita la funzione di<br />

ufficiale superiore, addetto alla purificazione dell’aia col ventilabro. Il<br />

giudizio sul mondo contemporaneo riflette la nuvola dell’esodo da<br />

quella civiltà, che produce ateismo, pluralismo, relativismo, liberalismo,<br />

materialismo, nichilismo. Nessuno scampo. L’aia sarà purificata<br />

col fuoco. La pula sarà bruciata e la cenere dispersa. Più il mondo si è<br />

fatto grande, più si è fatto leggero. Per usare una similitudine letteraria<br />

da fumetto, l’innumerevole folla, la ciurma planetaria, balla sul<br />

Titanic. Per coloro, tra i suoi ascoltatori, che non avessero sentito bene,<br />

don <strong>Innocenti</strong> nomina l’Assoluto due volte, una per interrompere<br />

bruscamente la danza, e l’altra per soccorrere chi cerca aiuto nell’estremo<br />

pericolo. La Chiesa raccoglie ormai da venti secoli con sostanziale<br />

distacco, e coinvolgimenti soltanto psicologici, le ultime volontà<br />

delle civiltà, che periscono.<br />

9. Il secolo ventesimo ha alimentato sui due versanti, quello della<br />

verità rivelata e quello, come dice don <strong>Innocenti</strong>, dell’antiverità, una<br />

forte corrente di spiritualità apocalittica. Si comincia con “l’ideologia<br />

del tramonto”; e poi a seguire: “lo scempio del mondo”(Huizinga); “il<br />

diluvio scettico” (Husserl); “la banalità del male” (Arendt); “1984”<br />

(Orwell); “oltre la linea” (Jünger); “il senso della fine” (Kermode);<br />

“Trois lessons de tenebres” (Callois); “la morte del sole”(Sgalambro); “il<br />

secolo delle idee assassine” (Conquest). Titoli, dal rimbombo assai<br />

cupo, nella loro mondanità analitica, per dir così; mentre alla sensibilità<br />

continentale dà espressione il papa, nientedimeno: “fumo di<br />

Satana nel tempio di Dio”. E chi è che lancia l’allarme? Paolo VI, il<br />

papa umanista, che demistifica senza carismatizzare, e desacralizza<br />

senza desacramentizzare. Parole sue testuali: “Il fumo di Satana è<br />

entrato nel tempio di Dio. Si credeva che dopo il Concilio sarebbe<br />

venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece<br />

una giornata di nuvole, di tempesta, di buio”. Papa Montini pubblica<br />

il suo richiamo, destinato a delusioni, incomprensioni, sarcasmi<br />

e rumori polemici a tutte le latitudini, nel 1972, dopo quasi un decennio<br />

di pontificato. Al Vaticano non resta che contare i danni per la sua<br />

immagine di “papa diverso”, che siede sulla cattedra di Pietro con<br />

una sua filosofia; e che tra gli obiettivi più raffinati e urgenti del suo

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