careghé - Archivio Storico

capitata là proprio in quel momento? Nessuna, però di sicuro
suo padre non avrebbe voluto sen tire ragioni e se la sarebbe
presa con lui, lo sapeva. Appena la vide entrare, Michele
abbassò gli occhi sul tavolo intorno al quale si erano seduti.
- Partite già? - esordì la vedova - Aspettate, che vi pre paro
due scodelle di latte caldo così il viaggio sarà un po’ meno
duro.
- Ma no, Maria, lasciate stare, ché c’avete già tanto da fare
per conto vostro.
- E ci mancherebbe che non trovassi il tempo per scal darvi
un po’ di latte. Lo faccio, lo faccio.
Michele continuava a tenere gli occhi bassi e sembrava
proprio che nascondesse qualcosa.
- E tu, garzonetto, come mai te ne stai così serio? -
Colto così alla sprovvista, il ragazzo diventò tutto rosso.
Come avrebbe voluto sprofondare! E invece gli toccava
affrontare il risentimento di quella donna e poi i rimproveri di
suo padre che su queste cose ci perdeva anche il lume. E di
sicuro anche Lino si sarebbe offeso e non l’avrebbe più considerato
suo amico.
- Ma sta tranquillo, ché anch’io sono una mamma e non
sono certamente quelle cose lì a spaventarmi - disse la ve dova
quasi ridendo.
Michele subito non capì. Si sentiva addosso gli occhi di tutti
e gli sembrava di non farcela a reggerli. E quando udì Maria
raccontare per filo e per segno la scena di quella mattina e vide
suo padre che ci sorrideva, quasi stentava a crederci, perché gli
sembrava impossibile che non ce l’aves sero con lui.
Se ne andarono che il sole era ormai tutto fuori dalla li nea
dell’orizzonte. Ma, come aveva previsto Paulin, una spessa
coltre di nebbia stava risalendo la valle e presto li avrebbe
inghiottiti. Affrettarono anche il passo, ma non ci fu niente da
fare: in pochi istanti furono avvolti dal vapore umido e bagnati
dalla testa ai piedi. Dovevano ora cammi nare con gli occhi
fissi al sentiero perché c’era il rischio di perderlo. E intanto il
percorso diventava sempre più ripido. C’erano da superare
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